1:1 C’era nel paese di Uz un uomo che si chiamava Giobbe. Quest’uomo era integro e retto; temeva Iddio e fuggiva il male.
1:2 Gli erano nati sette figliuoli e tre figliuole;
1:3 possedeva settemila pecore, tremila cammelli, cinquecento paia di bovi, cinquecento asine e una servitù molto numerosa. E quest’uomo era il più grande di tutti gli Orientali.
1:4 I suoi figliuoli solevano andare gli uni dagli altri e darsi un convito, ciascuno nel suo giorno: e mandavano a chiamare le loro tre sorelle perché venissero a mangiare e a bere con loro.
1:5 E quando la serie dei giorni di convito era finita Giobbe li faceva venire per purificarli; si levava di buon mattino, e offriva un olocausto per ciascun d’essi, perché diceva: "Può darsi che i miei figliuoli abbian peccato ed abbiano rinnegato Iddio in cuor loro". E Giobbe faceva sempre così.
1:6 Or accadde un giorno, che i figliuoli di Dio vennero a presentarsi davanti all’Eterno, e Satana venne anch’egli in mezzo a loro.
1:7 E l’Eterno disse a Satana: "Donde vieni?" E Satana rispose all’Eterno: "Dal percorrere la terra e dal passeggiare per essa".
1:8 E l’Eterno disse a Satana: "Hai tu notato il mio servo Giobbe? Non ce n’è un altro sulla terra che come lui sia integro, retto, tema Iddio e fugga il male".
1:9 E Satana rispose all’Eterno: "E’ egli forse per nulla che Giobbe teme Iddio?
1:10 Non l’hai tu circondato d’un riparo, lui, la sua casa, e tutto quel che possiede? Tu hai benedetto l’opera delle e mani, e il suo bestiame ricopre tutto il paese.
1:11 Ma stendi un po’ la tua mano, tocca quanto egli possiede, e vedrai se non ti rinnega in faccia".
1:12 E l’Eterno disse a Satana: "Ebbene! tutto quello che possiede e in tuo potere; soltanto, non stender la mano sulla sua persona". E Satana si ritirò dalla presenza dell’Eterno.
1:13 Or accadde che un giorno, mentre suoi figliuoli e le sue figliuole mangiavano e bevevano del vino in casa del loro fratello maggiore, giunse a Giobbe un messaggero a dirgli:
1:14 "I buoi stavano arando e le asine pascevano lì appresso,
1:15 quand’ecco i Sabei son piombati loro addosso e li hanno portati via; hanno passato a fil di spada servitori, e io solo son potuto scampare per venire a dirtelo".
1:16 Quello parlava ancora, quando ne giunse un altro a dire: "Il fuoco di Dio e caduto dal cielo, ha colpito le pecore e i servitori, e li ha divorati; e io solo son potuto scampare per venire a dirtelo".
1:17 Quello parlava ancora, quando ne giunse un altro a dire: "I Caldei hanno formato tre bande, si son gettati sui cammelli e li han portati via; hanno passato a fil di spada i servitori, e io solo son potuto scampare per venire a dirtelo".
1:18 Quello parlava ancora, quando ne giunse un altro a dire: "I tuoi figliuoli e le tue figliuole mangiavano e bevevano del vino in casa del loro fratello maggiore;
1:19 ed ecco che un gran vento, venuto dall’altra parte del deserto, ha investito i quattro canti della casa, ch’è caduta sui giovani; ed essi sono morti; e io solo son potuto scampare per venire a dirtelo".
1:20 Allora Giobbe si alzò e si stracciò il mantello e si rase il capo e si prostrò a terra e adorò e disse:
1:21 "Nudo sono uscito dal seno di mia madre, e nudo tornerò in seno della terra; l’Eterno ha dato, l’Eterno ha tolto; sia benedetto il nome dell’Eterno".
1:22 In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di mal fatto.
2:1 Or accadde un giorno, che i figliuoli di Dio vennero a presentarsi davanti all’Eterno, e Satana venne anch’egli in mezzo a loro a presentarsi davanti all’Eterno.
2:2 E l’Eterno disse a Satana: "Donde vieni?" E Satana rispose all’Eterno: "Dal percorrere la terra e dal passeggiare per essa". E l’Eterno disse a Satana:
2:3 "Hai tu notato il mio servo Giobbe? Non ce n’è un altro sulla terra che come lui sia integro, retto, tema Iddio e fugga il male. Egli si mantiene saldo nella sua integrità benché tu m’abbia incitato contro di lui per rovinarlo senza alcun motivo".
2:4 E Satana rispose all’Eterno: "Pelle per pelle! L’uomo dà tutto quel che possiede per la sua vita;
2:5 ma stendi un po’ la tua mano, toccagli le ossa e la carne, e vedrai se non ti rinnega in faccia".
2:6 E l’Eterno disse a Satana: "Ebbene esso è in tuo potere; soltanto, rispetta la sua vita".
2:7 E Satana si ritirò dalla presenza dell’Eterno e colpì Giobbe d’un’ulcera maligna dalla pianta de’ piedi al sommo del capo; e Giobbe prese un coccio per grattarsi, e stava seduto nella cenere.
2:8 E sua moglie gli disse: "Ancora stai saldo nella tua integrità?
2:9 Ma lascia stare Iddio, e muori!"
2:10 E Giobbe a lei: "Tu parli da donna insensata! Abbiamo accettato il bene dalla mano di Dio, e rifiuteremmo d’accettare il male?" In tutto questo Giobbe non peccò con le sue labbra.
2:11 Or tre amici di Giobbe, Elifaz di Teman, Bildad di Suach e Tsofar di Naama, avendo udito tutti questi mali che gli eran piombati addosso, partirono, ciascuno dal suo paese e si misero d’accordo per venire a condolersi con lui e a consolarlo.
2:12 E, levati gli occhi da lontano, essi non lo riconobbero, e alzarono la voce e piansero; si stracciarono i mantelli e si cosparsero il capo di polvere gittandola verso il cielo.
2:13 E rimasero seduti per terra, presso a lui, sette giorni e sette notti; e nessuno di loro gli disse verbo, perché vedevano che il suo dolore era molto grande.
3:1 Allora Giobbe aprì la bocca e maledisse il giorno della sua nascita.
3:2 E prese a dire così:
3:3 "Perisca il giorno ch’io nacqui e la notte che disse: "E’ concepito un maschio!"
3:4 Quel giorno si converta in tenebre, non se ne curi Iddio dall’alto, né splenda sovr’esso raggio di luce!
3:5 Se lo riprendano le tenebre e l’ombra di morte, resti sovr’esso una fitta nuvola, le eclissi lo riempian di paura!
3:6 Quella notte diventi preda d’un buio cupo, non abbia la gioia di contar tra i giorni dell’anno, non entri nel novero de’ mesi!
3:7 Quella notte sia notte sterile, e non vi s’oda grido di gioia.
3:8 La maledicano quei che maledicono i giorni e sono esperti nell’evocare il drago.
3:9 Si oscurino le stelle del suo crepuscolo, aspetti la luce e la luce non venga, e non miri le palpebre dell’alba,
3:10 poiché non chiuse la porta del seno che mi portava, e non celò l’affanno agli occhi miei.
3:11 Perché non morii nel seno di mia madre? Perché non spirai appena uscito dalle sue viscere?
3:12 Perché trovai delle ginocchia per ricevermi e delle mammelle da poppare?
3:13 Ora mi giacerei tranquillo, dormirei, ed avrei così riposo
3:14 coi re e coi consiglieri della terra che si edificarono mausolei,
3:15 coi principi che possedean dell’oro e che empiron d’argento le lor case;
3:16 o, come l’aborto nascosto, non esisterei, sarei come i feti che non videro la luce.
3:17 Là cessano gli empi di tormentare gli altri. Là riposano gli stanchi,
3:18 là i prigioni han requie tutti insieme, senz’udir voce d’aguzzino.
3:19 Piccoli e grandi sono là del pari, e lo schiavo è libero del suo padrone.
3:20 Perché dar la luce all’infelice e la vita a chi ha l’anima nell’amarezza,
3:21 i quali aspettano la morte che non viene, e la ricercano più che i tesori nascosti,
3:22 e si rallegrerebbero fino a giubilarne, esulterebbero se trovassero una tomba?
3:23 Perché dar vita a un uomo la cui via è oscura? e che Dio ha stretto in un cerchio?
3:24 Io sospiro anche quando prendo il mio cibo, e i miei gemiti si spandono com’acqua.
3:25 Non appena temo un male, ch’esso mi colpisce; e quel che pavento, mi piomba addosso.
3:26 Non trovo posa, né requie, né pace, il tormento è continuo!"
4:1 Allora Elifaz di Teman rispose disse:
4:2 "Se provassimo a dirti una parola ti darebbe fastidio? Ma chi potrebbe trattener le parole?
4:3 Ecco tu n’hai ammaestrati molti, hai fortificato le mani stanche;
4:4 le tue parole hanno rialzato chi stava cadendo, hai raffermato le ginocchia vacillanti;
4:5 e ora che il male piomba su te, tu ti lasci abbattere; ora ch’è giunto fino a te, sei tutto smarrito.
4:6 La tua pietà non è forse la tua fiducia, e l’integrità della tua vita la speranza tua?
4:7 Ricorda: quale innocente perì mai? e dove furono gli uomini retti mai distrutti?
4:8 Io per me ho visto che coloro che arano iniquità e seminano tormenti, ne mietono i frutti.
4:9 Al soffio di Dio essi periscono, dal vento del suo corruccio son consumati.
4:10 Spenta è la voce del ruggente, sono spezzati i denti dei leoncelli.
4:11 Perisce per mancanza di preda il forte leone, e restan dispersi i piccini della leonessa.
4:12 Una parola m’è furtivamente giunta, e il mio orecchio ne ha còlto il lieve sussurro.
4:13 Fra i pensieri delle visioni notturne, quando un sonno profondo cade sui mortali,
4:14 uno spavento mi prese, un tremore che mi fece fremer tutte l’ossa.
4:15 Uno spirito mi passò dinanzi, e i peli mi si rizzarono addosso.
4:16 Si fermò, ma non riconobbi il suo sembiante; una figura mi stava davanti agli occhi e udii una voce sommessa che diceva:
4:17 "Può il mortale esser giusto dinanzi a Dio? Può l’uomo esser puro dinanzi al suo Fattore?
4:18 Ecco, Iddio non si fida de’ suoi propri servi, e trova difetti nei suoi angeli;
4:19 quanto più in quelli che stanno in case d’argilla, che han per fondamento la polvere e son schiacciati al par delle tignuole!
4:20 Tra la mattina e la sera sono infranti; periscono per sempre, senza che alcuno se ne accorga.
4:21 La corda della lor tenda, ecco, è strappata, e muoion senza posseder la sapienza".
5:1 Chiama pure! C’è forse chi ti risponda? E a qual dei santi vorrai tu rivolgerti?
5:2 No, il cruccio non uccide che l’insensato e l’irritazione non fa morir che lo stolto.
5:3 Io ho veduto l’insensato prender radice, ma ben tosto ho dovuto maledirne la dimora.
5:4 I suoi figli van privi di soccorso, sono oppressi alla porta, e non c’è chi li difenda.
5:5 L’affamato gli divora la raccolta, gliela rapisce perfino di tra le spine; e l’assetato gli trangugia i beni.
5:6 Ché la sventura non spunta dalla terra né il dolore germina dal suolo;
5:7 ma l’uomo nasce per soffrire, come la favilla per volare in alto.
5:8 Io però vorrei cercar di Dio, e a Dio vorrei esporre la mia causa:
5:9 a lui, che fa cose grandi, imperscrutabili, maraviglie senza numero;
5:10 che spande la pioggia sopra la terra e manda le acque sui campi;
5:11 che innalza quelli ch’erano abbassati e pone in salvo gli afflitti in luogo elevato;
5:12 che sventa i disegni degli astuti sicché le loro mani non giungono ad eseguirli;
5:13 che prende gli abili nella loro astuzia, sì che il consiglio degli scaltri va in rovina.
5:14 Di giorno essi incorron nelle tenebre, in pien mezzodì brancolan come di notte;
5:15 ma Iddio salva il meschino dalla spada della lor bocca, e il povero di man del potente.
5:16 E così pel misero v’è speranza, mentre l’iniquità ha la bocca chiusa.
5:17 Beato l’uomo che Dio castiga! E tu non isdegnar la correzione dell’Onnipotente;
5:18 giacché egli fa la piaga, poi la fascia; egli ferisce, ma le sue mani guariscono.
5:19 In sei distrette egli sarà il tuo liberatore e in sette il male non ti toccherà.
5:20 In tempo di carestia ti scamperà dalla morte, in tempo di guerra dai colpi della spada.
5:21 Sarai sottratto al flagello della lingua, non temerai quando verrà il disastro.
5:22 In mezzo al disastro e alla fame riderai, non paventerai le belve della terra;
5:23 perché avrai per alleate le pietre del suolo, e gli animali de’ campi saran teco in pace.
5:24 Saprai sicura la tua tenda; e, visitando i tuoi pascoli, vedrai che non ti manca nulla.
5:25 Saprai che la tua progenie moltiplica, che i tuoi rampolli crescono come l’erba de’ campi.
5:26 Scenderai maturo nella tomba, come la bica di mannelle che si ripone a suo tempo.
5:27 Ecco quel che abbiam trovato, riflettendo. Così è. Tu ascolta, e fanne tuo pro".
6:1 Allora Giobbe rispose e disse:
6:2 "Ah, se il mio travaglio si pesasse, se le mie calamità si mettessero tutte insieme sulla bilancia!
6:3 Sarebbero trovati più pesanti che la sabbia del mare. Ecco perché le mie parole sono temerarie.
6:4 Ché le saette dell’Onnipotente mi trafiggono, lo spirito mio ne sugge il veleno; i terrori di Dio si schierano in battaglia contro me.
6:5 L’asino salvatico raglia forse quand’ha l’erba davanti? mugghia forse il bue davanti alla pastura?
6:6 Si può egli mangiar ciò ch’è scipito e senza sale? c’è qualche gusto in un chiaro d’uovo?
6:7 L’anima mia rifiuta di toccare una simil cosa, essa è per me come un cibo ripugnante.
6:8 Oh, m’avvenisse pur quello che chiedo, e mi desse Iddio quello che spero!
6:9 Volesse pure Iddio schiacciarmi, stender la mano e tagliare il filo de’ miei giorni!
6:10 Sarebbe questo un conforto per me, esulterei nei dolori ch’egli non mi risparmia; giacché non ho rinnegato le parole del Santo.
6:11 Che è mai la mia forza perch’io speri ancora? Che fine m’aspetta perch’io sia paziente?
6:12 La mia forza è essa forza di pietra? e la mia carne, carne di rame?
6:13 Non son io ridotto senza energia, e non m’è forse tolta ogni speranza di guarire?
6:14 Pietà deve l’amico a colui che soccombe, quand’anche abbandoni il timor dell’Onnipotente.
6:15 Ma i fratelli miei si son mostrati infidi come un torrente, come l’acqua di torrenti che passano.
6:16 Il ghiaccio li rende torbidi, e la neve vi si scioglie;
6:17 ma passato il tempo delle piene, svaniscono; quando sentono il caldo, scompariscono dal loro luogo.
6:18 Le carovane che si dirigon là mutano strada, s’inoltran nel deserto, e vi periscono.
6:19 Le carovane di Tema li cercavan collo sguardo, i viandanti di Sceba ci contavan su,
6:20 ma furon delusi nella loro fiducia; giunti sul luogo, rimasero confusi.
6:21 Tali siete divenuti voi per me: vedete uno che fa orrore, e vi prende la paura.
6:22 V’ho forse detto: "Datemi qualcosa" o "co’ vostri beni fate un donativo a favor mio",
6:23 o "liberatemi dalla stretta del nemico, o "scampatemi di man dei prepotenti"?
6:24 Ammaestratemi, e mi starò in silenzio; fatemi capire in che cosa ho errato.
6:25 Quanto sono efficaci le parole rette! Ma la vostra riprensione che vale?
6:26 Volete dunque biasimar delle parole? Ma le parole d’un disperato se le porta il vento!
6:27 Voi sareste capaci di trar la sorte sull’orfano, e di contrattare il vostro amico!
6:28 Ma pure vi piaccia di rivolgervi a guardarmi, e vedete s’io vi menta in faccia.
6:29 Mutate consiglio! Non vi sia in voi iniquità! Mutate consiglio, la mia giustizia sussiste.
6:30 V’è qualche iniquità sulla mia lingua? Il mio palato non distingue più quel ch’è male?
7:1 La vita dell’uomo sulla terra è una milizia; i giorni suoi son simili ai giorni d’un operaio.
7:2 Come lo schiavo anela l’ombra e come l’operaio aspetta il suo salario,
7:3 così a me toccan mesi di sciagura, e mi sono assegnate notti di dolore.
7:4 Non appena mi corico, dico: "Quando mi leverò?" Ma la notte si prolunga, e mi sazio d’agitazioni infino all’alba.
7:5 La mia carne è coperta di vermi e di croste terrose, la mia pelle si richiude, poi riprende a suppurare.
7:6 I miei giorni sen vanno più veloci della spola, si consumano senza speranza.
7:7 Ricordati, che la mia vita e un soffio! L’occhio mio non vedrà più il bene.
7:8 Lo sguardo di chi ora mi vede non mi potrà più scorgere; gli occhi tuoi mi cercheranno, ma io non sarò più.
7:9 La nuvola svanisce e si dilegua; così chi scende nel soggiorno de’ morti non ne risalirà;
7:10 non tornerà più nella sua casa, e il luogo ove stava non lo riconoscerà più.
7:11 Io, perciò, non terrò chiusa la bocca; nell’angoscia del mio spirito io parlerò, mi lamenterò nell’amarezza dell’anima mia.
7:12 Son io forse il mare o un mostro marino che tu ponga intorno a me una guardia?
7:13 Quando dico: "Il mio letto mi darà sollievo, il mio giaciglio allevierà la mia pena",
7:14 tu mi sgomenti con sogni, e mi spaventi con visioni;
7:15 sicché l’anima mia preferisce soffocare, preferisce a queste ossa la morte.
7:16 Io mi vo struggendo; non vivrò sempre; deh, lasciami stare; i giorni miei non son che un soffio.
7:17 Che cosa è l’uomo che tu ne faccia tanto caso, che tu ponga mente ad esso,
7:18 e lo visiti ogni mattina e lo metta alla prova ad ogni istante?
7:19 Quando cesserai di tener lo sguardo fisso su me? Quando mi darai tempo d’inghiottir la mia saliva?
7:20 Se ho peccato, che ho fatto a te, o guardiano degli uomini? Perché hai fatto di me il tuo bersaglio? A tal punto che son divenuto un peso a me stesso?
7:21 E perché non perdoni le mie trasgressioni e non cancelli la mia iniquità? Poiché presto giacerò nella polvere; e tu mi cercherai, ma io non sarò più".
8:1 Allora Bildad di Suach rispose e disse:
8:2 "Fino a quando terrai tu questi discorsi e saran le parole della tua bocca come un vento impetuoso?
8:3 Iddio perverte egli il giudizio? L’Onnipotente perverte egli la giustizia?
8:4 Se i tuoi figliuoli han peccato contro lui, egli li ha dati in balìa del loro misfatto;
8:5 ma tu, se ricorri a Dio e implori grazia dall’Onnipotente,
8:6 se proprio sei puro e integro, certo egli sorgerà in tuo favore, e restaurerà la dimora della tua giustizia.
8:7 Così sarà stato piccolo il tuo principio, ma la tua fine sarà grande oltre modo.
8:8 Interroga le passate generazioni, rifletti sull’esperienza de’ padri;
8:9 giacché noi siam d’ieri e non sappiamo nulla; i nostri giorni sulla terra non son che un’ombra;
8:10 ma quelli certo t’insegneranno, ti parleranno, e dal loro cuore trarranno discorsi.
8:11 Può il papiro crescere ove non c’è limo? Il giunco viene egli su senz’acqua?
8:12 Mentre son verdi ancora, e senza che li si tagli, prima di tutte l’erbe, seccano.
8:13 Tale la sorte di tutti quei che dimenticano Dio, e la speranza dell’empio perirà.
8:14 La sua baldanza è troncata, la sua fiducia e come una tela di ragno.
8:15 Egli s’appoggia alla sua casa, ma essa non regge; vi s’aggrappa, ma quella non sta salda.
8:16 Egli verdeggia al sole, e i suoi rami si protendono sul suo giardino;
8:17 le sue radici s’intrecciano sul mucchio delle macerie, penetra fra le pietre della casa.
8:18 Ma divelto che sia dal suo luogo, questo lo rinnega e gli dice: "Non ti ho mai veduto!"
8:19 Ecco il gaudio che gli procura la sua condotta! E dalla polvere altri dopo lui germoglieranno.
8:20 No, Iddio non rigetta l’uomo integro, ne porge aiuto a quelli che fanno il male.
8:21 Egli renderà ancora il sorriso alla tua bocca, e sulle tue labbra metterà canti d’esultanza.
8:22 Quelli che t’odiano saran coperti di vergogna, e la tenda degli empi sparirà".
9:1 Allora Giobbe rispose e disse:
9:2 "Sì, certo, io so ch’egli e così; e come sarebbe il mortale giusto davanti a Dio?
9:3 Se all’uomo piacesse di piatir con Dio, non potrebbe rispondergli sovra un punto fra mille.
9:4 Dio è savio di cuore, è grande in potenza; chi gli ha tenuto fronte e se n’è trovato bene?
9:5 Egli trasporta le montagne senza che se ne avvedano, nel suo furore le sconvolge.
9:6 Egli scuote la terra dalle sue basi, e le sue colonne tremano.
9:7 Comanda al sole, ed esso non si leva; mette un sigillo sulle stelle.
9:8 Da solo spiega i cieli, e cammina sulle più alte onde del mare.
9:9 E’ il creatore dell’Orsa, d’Orione, delle Pleiadi, e delle misteriose regioni del cielo australe.
9:10 Egli fa cose grandi e imperscrutabili, maraviglie senza numero.
9:11 Ecco, ei mi passa vicino, ed io nol veggo; mi scivola daccanto e non me n’accorgo.
9:12 Ecco afferra la preda, e chi si opporrà? Chi oserà dirgli: "Che fai?"
9:13 Iddio non ritira la sua collera; sotto di lui si curvano i campioni della superbia.
9:14 E io, come farei a rispondergli, a sceglier le mie parole per discuter con lui?
9:15 Avessi anche ragione, non gli replicherei, ma chiederei mercé al mio giudice.
9:16 S’io lo invocassi ed egli mi rispondesse, non però crederei che avesse dato ascolto alla mia voce;
9:17 egli che mi piomba addosso dal seno della tempesta, che moltiplica senza motivo le mie piaghe,
9:18 che non mi lascia riprender fiato, e mi sazia d’amarezza.
9:19 Se si tratta di forza, ecco, egli è potente; se di diritto, ei dice: "Chi mi fisserà un giorno per comparire"?
9:20 Fossi pur giusto, la mia bocca stessa mi condannerebbe; fossi pure integro, essa mi farebbe dichiarar perverso.
9:21 Integro! Sì, lo sono! di me non mi preme, io disprezzo la vita!
9:22 Per me è tutt’uno! perciò dico: "Egli distrugge ugualmente l’integro ed il malvagio.
9:23 Se un flagello, a un tratto, semina la morte, egli ride dello sgomento degli innocenti.
9:24 La terra è data in balìa dei malvagi; ei vela gli occhi ai giudici di essa; se non è lui, chi è dunque"?
9:25 E i miei giorni se ne vanno più veloci d’un corriere; fuggono via senz’aver visto il bene;
9:26 passan rapidi come navicelle di giunchi, come l’aquila che piomba sulla preda.
9:27 Se dico: "Voglio dimenticare il mio lamento, deporre quest’aria triste e rasserenarmi",
9:28 sono spaventato di tutti i miei dolori, so che non mi terrai per innocente.
9:29 Io sarò condannato; perché dunque affaticarmi invano?
9:30 Quand’anche mi lavassi con la neve e mi nettassi le mani col sapone,
9:31 tu mi tufferesti nel fango d’una fossa, le mie vesti stesse m’avrebbero in orrore.
9:32 Dio non è un uomo come me, perch’io gli risponda e che possiam comparire in giudizio assieme.
9:33 Non c’è fra noi un arbitro, che posi la mano su tutti e due!
9:34 Ritiri Iddio d’addosso a me la sua verga; cessi dallo spaventarmi il suo terrore;
9:35 allora io parlerò senza temerlo, giacché sento di non essere quel colpevole che sembro.
10:1 L’anima mia prova disgusto della vita; vo’ dar libero corso al mio lamento, vo’ parlar nell’amarezza dell’anima mia!
10:2 Io dirò a Dio: "Non mi condannare! Fammi sapere perché contendi meco!"
10:3 Ti par egli ben fatto d’opprimere, di sprezzare l’opera delle tue mani e di favorire i disegni de’ malvagi?
10:4 Hai tu occhi di carne? Vedi tu come vede l’uomo?
10:5 I tuoi giorni son essi come i giorni del mortale, i tuoi anni son essi come gli anni degli umani,
10:6 che tu investighi tanto la mia iniquità, che t’informi così del mio peccato,
10:7 pur sapendo ch’io non son colpevole, e che non v’è chi mi liberi dalla tua mano?
10:8 Le tue mani m’hanno formato m’hanno fatto tutto quanto… e tu mi distruggi!
10:9 Deh, ricordati che m’hai plasmato come argilla… e tu mi fai ritornare in polvere!
10:10 Non m’hai tu colato come il latte e fatto rapprender come il cacio?
10:11 Tu m’hai rivestito di pelle e di carne, e m’hai intessuto d’ossa e di nervi.
10:12 Mi sei stato largo di vita e di grazia, la tua provvidenza ha vegliato sul mio spirito,
10:13 ed ecco quello che nascondevi in cuore! Sì, lo so, questo meditavi:
10:14 se avessi peccato, l’avresti ben tenuto a mente, e non m’avresti assolto dalla mia iniquità.
10:15 Se fossi stato malvagio, guai a me! Se giusto, non avrei osato alzar la fronte, sazio d’ignominia, spettatore della mia miseria.
10:16 Se l’avessi alzata, m’avresti dato la caccia come ad un leone e contro di me avresti rinnovato le tue maraviglie;
10:17 m’avresti messo a fronte nuovi testimoni, e avresti raddoppiato il tuo sdegno contro di me; legioni su legioni m’avrebbero assalito.
10:18 E allora, perché m’hai tratto dal seno di mia madre? Sarei spirato senza che occhio mi vedesse!
10:19 Sarei stato come se non fossi mai esistito, m’avrebbero portato dal seno materno alla tomba!
10:20 Non son forse pochi i giorni che mi restano? Cessi egli dunque, mi lasci stare, ond’io mi rassereni un poco,
10:21 prima ch’io me ne vada, per non più tornare, nella terra delle tenebre e dell’ombra di morte:
10:22 terra oscura come notte profonda, ove regnano l’ombra di morte ed il caos, il cui chiarore è come notte oscura".
11:1 Allora Tsofar di Naama rispose e disse:
11:2 "Cotesta abbondanza di parole rimarrà ella senza risposta? Basterà egli esser loquace per aver ragione?
11:3 Varranno le tue ciance a far tacere la gente? Farai tu il beffardo, senza che alcuno ti confonda?
11:4 Tu dici a Dio: "Quel che sostengo è giusto, e io sono puro nel tuo cospetto".
11:5 Ma, oh se Iddio volesse parlare e aprir la bocca per risponderti
11:6 e rivelarti i segreti della sua sapienza poiché infinita è la sua intelligenza vedresti allora come Iddio dimentichi parte della colpa tua.
11:7 Puoi tu scandagliare le profondità di Dio? arrivare a conoscere appieno l’Onnipotente?
11:8 Si tratta di cose più alte del cielo… e tu che faresti? di cose più profonde del soggiorno de’ morti… come le conosceresti?
11:9 La lor misura è più lunga della terra, più larga del mare.
11:10 Se Dio passa, se incarcera, se chiama in giudizio, chi s’opporrà?
11:11 Poich’egli conosce gli uomini perversi, scopre senza sforzo l’iniquità.
11:12 Ma l’insensato diventerà savio, quando un puledro d’onàgro diventerà uomo.
11:13 Tu, però, se ben disponi il cuore, e protendi verso Dio le palme,
11:14 se allontani il male ch’è nelle tue mani, e non alberghi l’iniquità nelle tue tende,
11:15 allora alzerai la fronte senza macchia, sarai incrollabile, e non avrai paura di nulla;
11:16 dimenticherai i tuoi affanni; te ne ricorderai come d’acqua passata;
11:17 la tua vita sorgerà più fulgida del meriggio, l’oscurità sarà come la luce del mattino.
11:18 Sarai fiducioso perché avrai speranza; ti guarderai bene attorno e ti coricherai sicuro.
11:19 Ti metterai a giacere e niuno ti spaventerà; e molti cercheranno il tuo favore.
11:20 Ma gli occhi degli empi verranno meno; non vi sarà più rifugio per loro, e non avranno altra speranza che di esalar l’anima".
12:1 Allora Giobbe rispose e disse:
12:2 "Voi, certo, valete quanto un popolo, e con voi morrà la sapienza.
12:3 Ma del senno ne ho anch’io al par di voi, non vi son punto inferiore; e cose come codeste chi non le sa?
12:4 Io dunque dovrei essere il ludibrio degli amici! Io che invocavo Iddio, ed ei mi rispondeva; il ludibrio io, l’uomo giusto, integro!
12:5 Lo sprezzo alla sventura è nel pensiero di chi vive contento; esso è sempre pronto per coloro a cui vacilla il piede.
12:6 Sono invece tranquille le tende de’ ladroni e chi provoca Iddio, chi si fa un dio della propria forza, se ne sta al sicuro.
12:7 Ma interroga un po’ gli animali, e te lo insegneranno; gli uccelli del cielo, e te lo mostreranno;
12:8 o parla alla terra ed essa te lo insegnerà, e i pesci del mare te lo racconteranno.
12:9 Chi non sa, fra tutte queste creature, che la mano dell’Eterno ha fatto ogni cosa,
12:10 ch’egli tiene in mano l’anima di tutto quel che vive, e lo spirito di ogni essere umano?
12:11 L’orecchio non discerne esso le parole, come il palato assaggia le vivande?
12:12 Nei vecchi si trova la sapienza e lunghezza di giorni da intelligenza.
12:13 Ma in Dio stanno la saviezza e la potenza, a lui appartengono il consiglio e l’intelligenza.
12:14 Ecco, egli abbatte, e niuno può ricostruire; Chiude un uomo in prigione, e non v’è chi gli apra.
12:15 Ecco, egli trattiene le acque, e tutto inaridisce; le lascia andare, ed esse sconvolgono la terra.
12:16 Egli possiede la forza e l’abilità; da lui dipendono chi erra e chi fa errare.
12:17 Egli manda scalzi i consiglieri, colpisce di demenza i giudici.
12:18 Scioglie i legami dell’autorità dei re e cinge i loro fianchi di catene.
12:19 Manda scalzi i sacerdoti, e rovescia i potenti.
12:20 Priva della parola i più eloquenti, e toglie il discernimento ai vecchi.
12:21 Sparge lo sprezzo sui nobili, e rallenta la cintura ai forti.
12:22 Rivela le cose recondite, facendole uscir dalle tenebre, e trae alla luce ciò ch’è avvolto in ombra di morte.
12:23 Aggrandisce i popoli e li annienta, amplia le nazioni e le riconduce nei loro confini;
12:24 Toglie il senno ai capi della terra, e li fa errare in solitudini senza sentiero.
12:25 Van brancolando nelle tenebre, senza alcuna luce, e li fa barcollare come ubriachi.
13:1 Ecco, l’occhio mio tutto questo l’ha veduto; l’orecchio mio l’ha udito e l’ha inteso.
13:2 Quel che sapete voi lo so pur io, non vi sono punto inferiore.
13:3 Ma io vorrei parlare con l’Onnipotente, avrei caro di ragionar con Dio;
13:4 giacché voi siete de’ fabbri di menzogne, siete tutti quanti de’ medici da nulla.
13:5 Oh se serbaste il silenzio! esso vi conterebbe come sapienza.
13:6 Ascoltate, vi prego, quel che ho da rimproverarvi; state attenti alle ragioni delle mie labbra!
13:7 Volete dunque difendere Iddio parlando iniquamente? sostener la sua causa con parole di frode?
13:8 Volete aver riguardo alla sua persona? e costituirvi gli avvocati di Dio?
13:9 Sarà egli un bene per voi quando vi scruterà a fondo? credete ingannarlo come s’inganna un uomo?
13:10 Certo egli vi riprenderà severamente se nel vostro segreto avete dei riguardi personali.
13:11 La maestà sua non vi farà sgomenti? Il suo terrore non piomberà su di voi?
13:12 I vostri detti memorandi son massime di cenere; i vostri baluardi son baluardi d’argilla.
13:13 Tacete! lasciatemi stare! voglio parlare io, e m’avvenga quello che può!
13:14 Perché prenderei la mia carne coi denti? Metterò piuttosto la mia vita nelle mie mani.
13:15 Ecco, egli m’ucciderà; non spero più nulla; ma io difenderò in faccia a lui la mia condotta!
13:16 Anche questo servirà alla mia salvezza; poiché un empio non ardirebbe presentarsi a lui.
13:17 Ascoltate attentamente il mio discorso, porgete orecchio a quanto sto per dichiararvi.
13:18 Ecco, io ho disposto ogni cosa per la causa; so che sarò riconosciuto giusto.
13:19 V’è qualcuno che voglia farmi opposizione? Se v’è io mi taccio e vo’ morire.
13:20 Ma, o Dio, concedimi solo due cose, e non mi nasconderò dal tuo cospetto:
13:21 ritirami d’addosso la tua mano, e fa’ che i tuoi terrori non mi spaventin più.
13:22 Poi interpellami, ed io risponderò; o parlerò io, e tu replicherai.
13:23 Quante sono le mie iniquità, quanti i miei peccati? Fammi conoscere la mia trasgressione, il mio peccato!
13:24 Perché nascondi il tuo volto, e mi tieni in conto di nemico?
13:25 Vuoi tu atterrire una foglia portata via dal vento? Vuoi tu perseguitare una pagliuzza inaridita?
13:26 tu che mi condanni a pene così amare, e mi fai espiare i falli della mia giovinezza,
13:27 tu che metti i miei piedi nei ceppi, che spii tutti i miei movimenti, e tracci una linea intorno alla pianta de’ miei piedi?
13:28 Intanto questo mio corpo si disfa come legno tarlato, come un abito roso dalle tignuole.
14:1 L’uomo, nato di donna, vive pochi giorni, e sazio d’affanni.
14:2 Spunta come un fiore, poi è reciso; fugge come un’ombra, e non dura.
14:3 E sopra un essere così, tu tieni gli occhi aperti! e mi fai comparir teco in giudizio!
14:4 Chi può trarre una cosa pura da una impura? Nessuno.
14:5 Giacché i suoi giorni son fissati, e il numero de’ suoi mesi dipende da te, e tu gli hai posto un termine ch’egli non può varcare,
14:6 storna da lui lo sguardo, sì ch’egli abbia un po’ di requie, e possa godere come un operaio la fine della sua giornata.
14:7 Per l’albero, almeno c’è speranza; se è tagliato, rigermoglia e continua a metter rampolli.
14:8 Quando la sua radice è invecchiata sotto terra, e il suo tronco muore nel suolo,
14:9 a sentir l’acqua, rinverdisce e mette rami come una pianta nuova.
14:10 Ma l’uomo muore e perde ogni forza; il mortale spira e… dov’è egli?
14:11 Le acque del lago se ne vanno, il fiume vien meno e si prosciuga;
14:12 così l’uomo giace, e non risorge più; finché non vi sian più cieli, ei non si risveglierà né sarà più destato dal suo sonno.
14:13 Oh, volessi tu nascondermi nel soggiorno de’ morti, tenermi occulto finché l’ira tua sia passata, fissarmi un termine, e poi ricordarti di me!…
14:14 Se l’uomo, dopo morto, potesse ritornare in vita, aspetterei tutti i giorni della mia fazione, finché giungesse l’ora del mio cambio;
14:15 tu mi chiameresti e io risponderei, tu brameresti rivedere l’opera delle tue mani.
14:16 Ma ora tu conti i miei passi, tu osservi i miei peccati;
14:17 le mie trasgressioni sono sigillate in un sacco, e alle mie iniquità, altre ne aggiungi.
14:18 La montagna frana e scompare, la rupe e divelta dal suo luogo,
14:19 le acque rodono la pietra, le loro inondazioni trascinan via la terra: così tu distruggi la speranza dell’uomo.
14:20 Tu lo sopraffai una volta per sempre, ed egli se ne va; gli muti il sembiante, e lo mandi via.
14:21 Se i suoi figliuoli salgono in onore, egli lo ignora; se vengono in dispregio, ei non lo vede;
14:22 questo solo sente: che il suo corpo soffre, che l’anima sua è in lutto".
15:1 Allora Elifaz di Teman rispose e disse:
15:2 "Il savio risponde egli con vana scienza? si gonfia egli il petto di vento?
15:3 Si difende egli con ciarle inutili e con parole che non giovan nulla?
15:4 Tu, poi, distruggi il timor di Dio, menomi il rispetto religioso che gli è dovuto.
15:5 La tua iniquità ti detta le parole, e adoperi il linguaggio degli astuti.
15:6 Non io, la tua bocca stessa ti condanna; le tue labbra stesse depongono contro a te.
15:7 Sei tu il primo uomo che nacque? Fosti tu formato prima de’ monti?
15:8 Hai tu sentito quel che s’è detto nel Consiglio di Dio? Hai tu fatto incetta della sapienza per te solo?
15:9 Che sai tu che noi non sappiamo? Che conoscenza hai tu che non sia pur nostra?
15:10 Ci son fra noi degli uomini canuti ed anche de’ vecchi più attempati di tuo padre.
15:11 Fai tu sì poco caso delle consolazioni di Dio e delle dolci parole che t’abbiam rivolte?
15:12 Dove ti trascina il cuore, e che voglion dire codeste torve occhiate?
15:13 Come! tu volgi la tua collera contro Dio, e ti lasci uscir di bocca tali parole?
15:14 Che è mai l’uomo per esser puro, il nato di donna per esser giusto?
15:15 Ecco, Iddio non si fida nemmeno de’ suoi santi, i cieli non son puri agli occhi suoi;
15:16 quanto meno quest’essere abominevole e corrotto, l’uomo, che tracanna l’iniquità come l’acqua!
15:17 Io voglio ammaestrarti; porgimi ascolto, e ti racconterò quello che ho visto,
15:18 quello che i Savi hanno riferito senza nulla celare di quel che sapean dai padri,
15:19 ai quali soli è stato dato il paese; e in mezzo ai quali non è passato lo straniero.
15:20 L’empio è tormentato tutti i suoi giorni, e pochi son gli anni riservati al prepotente.
15:21 Sempre ha negli orecchi rumori spaventosi, e in piena pace gli piomba addosso il distruttore.
15:22 Non ha speranza d’uscir dalle tenebre, e si sente destinato alla spada.
15:23 Va errando in cerca di pane; dove trovarne? ei sa che a lui dappresso è pronto il giorno tenebroso.
15:24 La distretta e l’angoscia lo riempion di paura, l’assalgono a guisa di re pronto alla pugna,
15:25 perché ha steso la mano contro Dio, ha sfidato l’Onnipotente,
15:26 gli s’è slanciato audacemente contro, sotto il folto de’ suoi scudi convessi.
15:27 Avea la faccia coperta di grasso, i fianchi carichi di pinguedine;
15:28 s’era stabilito in città distrutte, in case disabitate, destinate a diventar mucchi di sassi.
15:29 Ei non s’arricchirà, la sua fortuna non sarà stabile; né le sue possessioni si stenderanno sulla terra.
15:30 Non potrà liberarsi dalle tenebre, il vento infocato farà seccare i suoi rampolli, e sarà portato via dal soffio della bocca di Dio.
15:31 Non confidi nella vanità; è un’illusione; poiché avrà la vanità per ricompensa.
15:32 La sua fine verrà prima del tempo, e i suoi rami non rinverdiranno più.
15:33 Sarà come vigna da cui si strappi l’uva ancor acerba, come l’ulivo da cui si scuota il fiore;
15:34 poiché sterile è la famiglia del profano, e il fuoco divora le tende ov’entrano presenti.
15:35 L’empio concepisce malizia, e partorisce rovina; ei si prepara in seno il disinganno".
16:1 Allora Giobbe rispose e disse:
16:2 "Di cose come codeste, ne ho udite tante! Siete tutti dei consolatori molesti!
16:3 Non ci sarà egli una fine alle parole vane? Che cosa ti provoca a rispondere?
16:4 Anch’io potrei parlare come voi, se voi foste al posto mio; potrei mettere assieme delle parole contro a voi e su di voi scrollare il capo;
16:5 potrei farvi coraggio con la bocca; e il conforto delle mie labbra vi calmerebbe.
16:6 Se parlo, il mio dolore non ne sarà lenito; e se cesso di parlare, che sollievo ne avrò?
16:7 Ora, purtroppo, Dio m’ha ridotto senza forze, ha desolato tutta la mia casa;
16:8 m’ha coperto di grinze e questo testimonia contro a me, la mia magrezza si leva ad accusarmi in faccia.
16:9 La sua ira mi lacera, mi perseguita, digrigna i denti contro di me. Il mio nemico aguzza gli occhi su di me.
16:10 Apron larga contro a me la bocca, mi percuoton per obbrobrio le guance, si metton tutt’insieme a darmi addosso.
16:11 Iddio mi dà in balìa degli empi, mi getta in mano dei malvagi.
16:12 Vivevo in pace, ed egli m’ha scosso con violenza, m’ha preso per la nuca, m’ha frantumato, m’ha posto per suo bersaglio.
16:13 I suoi arcieri mi circondano, egli mi trafigge i reni senza pietà, sparge a terra il mio fiele.
16:14 Apre sopra di me breccia su breccia, mi corre addosso come un guerriero.
16:15 Mi son cucito un cilicio sulla pelle, ho prostrato la mia fronte nella polvere.
16:16 Il mio viso è rosso di pianto, e sulle mie palpebre si stende l’ombra di morte.
16:17 Eppure, le mie mani non commisero mai violenza, e la mia preghiera fu sempre pura.
16:18 O terra, non coprire il mio sangue, e non vi sia luogo ove si fermi il mio grido!
16:19 Già fin d’ora, ecco, il mio Testimonio è in cielo, il mio Garante è nei luoghi altissimi.
16:20 Gli amici mi deridono, ma a Dio si volgon piangenti gli occhi miei;
16:21 sostenga egli le ragioni dell’uomo presso Dio, le ragioni del figliuol d’uomo contro i suoi compagni!
16:22 Poiché, pochi anni ancora, e me ne andrò per una via senza ritorno.
17:1 Il mio soffio vitale si spenge, i miei giorni si estinguono, il sepolcro m’aspetta!
17:2 Sono attorniato di schernitori e non posso chiuder occhio per via delle lor parole amare.
17:3 O Dio, da’ un pegno, sii tu il mio mallevadore presso di te; se no, chi metterà la sua nella mia mano?
17:4 Poiché tu hai chiuso il cuor di costoro alla ragione, e però non li farai trionfare.
17:5 Chi denunzia un amico sì che diventi preda altrui, vedrà venir meno gli occhi de’ suoi figli.
17:6 Egli m’ha reso la favola dei popoli, e son divenuto un essere a cui si sputa in faccia.
17:7 L’occhio mio si oscura pel dolore, tutte le mie membra non son più che un’ombra.
17:8 Gli uomini retti ne son colpiti di stupore, e l’innocente insorge contro l’empio;
17:9 ma il giusto si attiene saldo alla sua via, e chi ha le mani pure viepiù si fortifica.
17:10 Quanto a voi tutti, tornate pure, fatevi avanti, ma fra voi non troverò alcun savio.
17:11 I miei giorni passano, i miei disegni, i disegni cari al mio cuore, sono distrutti,
17:12 e costoro pretendon che la notte sia giorno, che la luce sia vicina, quando tutto è buio!
17:13 Se aspetto come casa mia il soggiorno de’ morti, se già mi son fatto il letto nelle tenebre,
17:14 se ormai dico al sepolcro "tu sei mio padre" e ai vermi: "siete mia madre e mia sorella",
17:15 dov’è dunque la mia speranza? questa speranza mia chi la può scorgere?
17:16 Essa scenderà alle porte del soggiorno de’ morti, quando nella polvere troverem riposo assieme".
18:1 Allora Bildad di Suach rispose e disse:
18:2 "Quando porrete fine alle parole? Fate senno, e poi parleremo.
18:3 Perché siamo considerati come bruti e perché siamo agli occhi vostri degli esseri impuri?
18:4 O tu, che nel tuo cruccio laceri te stesso, dovrà la terra, per cagion tua, essere abbandonata e la roccia esser rimossa dal suo luogo?
18:5 Sì, la luce dell’empio si spegne, e la fiamma del suo fuoco non brilla.
18:6 La luce si oscura nella sua tenda, e la lampada che gli sta sopra si spegne.
18:7 I passi che facea nella sua forza si raccorciano, e i suoi propri disegni lo menano a ruina.
18:8 Poiché i suoi piedi lo traggon nel tranello, e va camminando sulle reti.
18:9 Il laccio l’afferra pel tallone, e la trappola lo ghermisce.
18:10 Sta nascosta in terra per lui un’insidia, e sul sentiero lo aspetta un agguato.
18:11 Paure lo atterriscono d’ogn’intorno, lo inseguono, gli stanno alle calcagna.
18:12 La sua forza vien meno dalla fame, la calamità gli sta pronta al fianco.
18:13 Gli divora a pezzo a pezzo la pelle, gli divora le membra il primogenito della morte.
18:14 Egli è strappato dalla sua tenda che credea sicura, e fatto scendere verso il re degli spaventi.
18:15 Nella sua tenda dimora chi non è de’ suoi, e la sua casa è cosparsa di zolfo.
18:16 In basso s’inaridiscono le sue radici, in alto son tagliati i suoi rami.
18:17 La sua memoria scompare dal paese, più non s’ode il suo nome per le campagne.
18:18 E’ cacciato dalla luce nelle tenebre, ed è bandito dal mondo.
18:19 Non lascia tra il suo popolo né figli, né nipoti, nessun superstite dov’egli soggiornava.
18:20 Quei d’occidente son stupiti della sua sorte, e quei d’oriente ne son presi d’orrore.
18:21 Certo son tali le dimore dei perversi e tale è il luogo di chi non conosce Iddio".
19:1 Allora Giobbe rispose e disse:
19:2 "Fino a quando affliggerete l’anima mia e mi tormenterete coi vostri discorsi?
19:3 Son già dieci volte che m’insultate, e non vi vergognate di malmenarmi.
19:4 Dato pure ch’io abbia errato, il mio errore concerne me solo.
19:5 Ma se proprio volete insuperbire contro di me e rimproverarmi la vergogna in cui mi trovo,
19:6 allora sappiatelo: chi m’ha fatto torto e m’ha avvolto nelle sue reti è Dio.
19:7 Ecco, io grido: "Violenza!" e nessuno risponde; imploro aiuto, ma non c’è giustizia!
19:8 Dio m’ha sbarrato la via e non posso passare, ha coperto di tenebre il mio cammino.
19:9 M’ha spogliato della mia gloria, m’ha tolto dal capo la corona.
19:10 M’ha demolito a brano a brano, e io me ne vo! ha sradicata come un albero la mia speranza.
19:11 Ha acceso l’ira sua contro di me, e m’ha considerato come suo nemico.
19:12 Le sue schiere son venute tutte insieme, si sono spianata la via fino a me, han posto il campo intorno alla mia tenda.
19:13 Egli ha allontanato da me i miei fratelli, i miei conoscenti si son del tutto alienati da me.
19:14 M’hanno abbandonato i miei parenti, gl’intimi miei m’hanno dimenticato.
19:15 I miei domestici e le mie serve mi trattan da straniero; agli occhi loro io sono un estraneo.
19:16 Chiamo il mio servo, e non risponde, devo supplicarlo con la mia bocca.
19:17 Il mio fiato ripugna alla mia moglie, faccio pietà a chi nacque dal seno di mia madre.
19:18 Perfino i bimbi mi sprezzano; se cerco d’alzarmi mi scherniscono.
19:19 Tutti gli amici più stretti m’hanno in orrore, e quelli che amavo mi si son vòlti contro.
19:20 Le mie ossa stanno attaccate alla mia pelle, alla mia carne, non m’è rimasto che la pelle de’ denti.
19:21 Pietà, pietà di me, voi, miei amici! ché la man di Dio m’ha colpito.
19:22 Perché perseguitarmi come fa Dio? Perché non siete mai sazi della mia carne?
19:23 Oh se le mie parole fossero scritte! se fossero consegnate in un libro!
19:24 se con lo scalpello di ferro e col piombo fossero incise nella roccia per sempre!…
19:25 Ma io so che il mio Vindice vive, e che alla fine si leverà sulla polvere.
19:26 E quando, dopo la mia pelle, sarà distrutto questo corpo, senza la mia carne, vedrò Iddio.
19:27 Io lo vedrò a me favorevole; lo contempleranno gli occhi miei, non quelli d’un altro… il cuore, dalla brama, mi si strugge in seno!
19:28 Se voi dite: Come lo perseguiteremo, come troveremo in lui la causa prima dei suoi mali?
19:29 Temete per voi stessi la spada, ché furiosi sono i castighi della spada affinché sappiate che v’è una giustizia".
20:1 Allora Tsofar di Naama rispose e disse:
20:2 "Quel che tu dici mi spinge a risponderti e ne suscita in me il fervido impulso.
20:3 Ho udito rimproveri che mi fanno oltraggio; ma lo spirito mio mi darà una risposta assennata.
20:4 Non lo sai tu che in ogni tempo, da che l’uomo è stato posto sulla terra,
20:5 il trionfo de’ malvagi è breve, e la gioia degli empi non dura che un istante?
20:6 Quando la sua altezza giungesse fino al cielo ed il suo capo toccasse le nubi,
20:7 l’empio perirà per sempre come lo sterco suo; quelli che lo vedevano diranno: "Dov’è?"
20:8 Se ne volerà via come un sogno, e non si troverà più; dileguerà come una visione notturna.
20:9 L’occhio che lo guardava, cesserà di vederlo, e la sua dimora più non lo scorgerà.
20:10 I suoi figli si raccomanderanno ai poveri, e le sue mani restituiranno la sua ricchezza.
20:11 Il vigor giovanile che gli riempiva l’ossa giacerà nella polvere con lui.
20:12 Il male è dolce alla sua bocca, se lo nasconde sotto la lingua,
20:13 lo risparmia, non lo lascia andar giù, lo trattiene sotto al suo palato:
20:14 ma il cibo gli si trasforma nelle viscere, e gli diventa in corpo veleno d’aspide.
20:15 Ha trangugiato ricchezze e le vomiterà; Iddio stesso gliele ricaccerà dal ventre.
20:16 Ha succhiato veleno d’aspide, la lingua della vipera l’ucciderà.
20:17 Non godrà più la vista d’acque perenni, né di rivi fluenti di miele e di latte.
20:18 Renderà il frutto delle sue fatiche, senza poterlo ingoiare. Pari alla sua ricchezza sarà la restituzione che ne dovrà fare, e così non godrà dei suoi beni.
20:19 Perché ha oppresso e abbandonato il povero, s’è impadronito di case che non avea costruite;
20:20 perché la sua ingordigia non conobbe requie, egli non salverà nulla di ciò che ha tanto bramato.
20:21 La sua voracità non risparmiava nulla, perciò il suo benessere non durerà.
20:22 Nel colmo dell’abbondanza, si troverà in penuria; la mano di chiunque ebbe a soffrir tormenti si leverà contro lui.
20:23 Quando starà per riempirsi il ventre, ecco Iddio manderà contro a lui l’ardor della sua ira; gliela farà piovere addosso per servirgli di cibo.
20:24 Se scampa alle armi di ferro, lo trafigge l’arco di rame.
20:25 Si strappa il dardo, esso gli esce dal corpo, la punta sfolgorante gli vien fuori dal fiele, lo assalgono i terrori della morte.
20:26 Buio profondo è riservato a’ suoi tesori; lo consumerà un fuoco non attizzato dall’uomo, che divorerà quel che resta nella sua tenda.
20:27 Il cielo rivelerà la sua iniquità, e la terra insorgerà contro di lui.
20:28 Le rendite della sua casa se n’andranno, portate via nel giorno dell’ira di Dio.
20:29 Tale la parte che Dio riserba all’empio, tale il retaggio che Dio gli destina".
21:1 Allora Giobbe rispose e disse:
21:2 "Porgete bene ascolto alle mie parole, e sia questa la consolazione che mi date.
21:3 Sopportatemi, lasciate ch’io parli, e quando avrò parlato tu mi potrai deridere.
21:4 Mi lagno io forse d’un uomo? E come farei a non perder la pazienza?
21:5 Guardatemi, stupite, e mettetevi la mano sulla bocca.
21:6 Quando ci penso, ne sono smarrito, e la mia carne e presa da raccapriccio.
21:7 Perché mai vivono gli empi? Perché arrivano alla vecchiaia ed anche crescon di forze?
21:8 La loro progenie prospera, sotto ai loro sguardi, intorno ad essi, e i lor rampolli fioriscon sotto gli occhi loro.
21:9 La loro casa è in pace, al sicuro da spaventi, e la verga di Dio non li colpisce.
21:10 Il loro toro monta e non falla, la loro vacca figlia senz’abortire.
21:11 Mandan fuori come un gregge i loro piccini, e i loro figliuoli saltano e ballano.
21:12 Cantano a suon di timpano e di cetra, e si rallegrano al suon della zampogna.
21:13 Passano felici i loro giorni, poi scendono in un attimo nel soggiorno dei morti.
21:14 Eppure, diceano a Dio: "Ritirati da noi! Noi non ci curiamo di conoscer le tue vie!
21:15 Che è l’Onnipotente perché lo serviamo? che guadagneremo a pregarlo?"
21:16 Ecco, non hanno essi in mano la loro felicita? (lungi da me il consiglio degli empi!)
21:17 Quando avvien mai che la lucerna degli empi si spenga, che piombi loro addosso la ruina, e che Dio, nella sua ira, li retribuisca di pene?
21:18 Quando son essi mai come paglia al vento, come pula portata via dall’uragano?
21:19 "Iddio", mi dite, "serba castigo pei figli dell’empio". Ma punisca lui stesso! che lo senta lui,
21:20 che vegga con gli occhi propri la sua ruina, e beva egli stesso l’ira dell’Onnipotente!
21:21 E che importa all’empio della sua famiglia dopo di lui, quando il numero dei suoi mesi e ormai compiuto?
21:22 S’insegnerà forse a Dio la scienza? a lui che giudica quelli di lassù?
21:23 L’uno muore in mezzo al suo benessere, quand’è pienamente tranquillo e felice,
21:24 ha i secchi pieni di latte, e fresco il midollo dell’ossa.
21:25 L’altro muore con l’amarezza nell’anima, senz’aver mai gustato il bene.
21:26 Ambedue giacciono ugualmente nella polvere, e i vermi li ricoprono.
21:27 Ah! li conosco i vostri pensieri, e i piani che formate per abbattermi!
21:28 Voi dite: "E dov’è la casa del prepotente? dov’è la tenda che albergava gli empi?"
21:29 Non avete dunque interrogato quelli che hanno viaggiato? Voi non vorrete negare quello che attestano;
21:30 che, cioè, il malvagio è risparmiato nel dì della ruina, che nel giorno dell’ira egli sfugge.
21:31 Chi gli rimprovera in faccia la sua condotta? Chi gli rende quel che ha fatto?
21:32 Egli è portato alla sepoltura con onore, e veglia egli stesso sulla sua tomba.
21:33 Lievi sono a lui le zolle della valle; dopo, tutta la gente segue le sue orme; e, anche prima, una folla immensa fu come lui.
21:34 Perché dunque m’offrite consolazioni vane? Delle vostre risposte altro non resta che falsità".
22:1 Allora Elifaz di Teman rispose e disse:
22:2 "Può l’uomo recar qualche vantaggio a Dio? No; il savio non reca vantaggio che a sé stesso.
22:3 Se sei giusto, ne vien forse qualche diletto all’Onnipotente? Se sei integro nella tua condotta, ne ritrae egli un guadagno?
22:4 E’ forse per la paura che ha di te ch’egli ti castiga o vien teco in giudizio?
22:5 La tua malvagità non è essa grande e le tue iniquità non sono esse infinite?
22:6 Tu, per un nulla, prendevi pegno da’ tuoi fratelli, spogliavi delle lor vesti i mezzo ignudi.
22:7 Allo stanco non davi a bere dell’acqua, all’affamato rifiutavi del pane.
22:8 La terra apparteneva al più forte, e l’uomo influente vi piantava la sua dimora.
22:9 Rimandavi a vuoto le vedove, e le braccia degli orfani eran spezzate.
22:10 Ecco perché sei circondato di lacci, e spaventato da sùbiti terrori.
22:11 O non vedi le tenebre che t’avvolgono e la piena d’acque che ti sommerge?
22:12 Iddio non è egli lassù ne’ cieli? Guarda lassù le stelle eccelse, come stanno in alto!
22:13 E tu dici: "Iddio che sa? Può egli giudicare attraverso il buio?
22:14 Fitte nubi lo coprono e nulla vede; egli passeggia sulla vòlta de’ cieli".
22:15 Vuoi tu dunque seguir l’antica via per cui camminarono gli uomini iniqui,
22:16 che furon portati via prima del tempo, e il cui fondamento fu come un torrente che scorre?
22:17 Essi dicevano a Dio: "Ritirati da noi!" e chiedevano che mai potesse far per loro l’Onnipotente.
22:18 Eppure Iddio avea riempito le loro case di beni! Ah lungi da me il consiglio degli empi!
22:19 I giusti, vedendo la loro ruina, ne gioiscono e l’innocente si fa beffe di loro:
22:20 "Vedete se non son distrutti gli avversari nostri! la loro abbondanza l’ha divorata il fuoco!"
22:21 Riconciliati dunque con Dio; avrai pace, e ti sarà resa la prosperità.
22:22 Ricevi istruzioni dalla sua bocca, e riponi le sue parole nel tuo cuore.
22:23 Se torni all’Onnipotente, se allontani l’iniquità dalle tue tende, sarai ristabilito.
22:24 Getta l’oro nella polvere e l’oro d’Ophir tra i ciottoli del fiume
22:25 e l’Onnipotente sarà il tuo oro, egli ti sarà come l’argento acquistato con fatica.
22:26 Allora farai dell’Onnipotente la tua delizia, e alzerai la faccia verso Dio.
22:27 Lo pregherai, egli t’esaudirà, e tu scioglierai i voti che avrai fatto.
22:28 Quello che imprenderai, ti riuscirà; sul tuo cammino risplenderà la luce.
22:29 Se ti abbassano, tu dirai: "In alto!" e Dio soccorrerà chi ha gli occhi a terra;
22:30 libererà anche chi non è innocente, ei sarà salvo per la purità delle tue mani".
23:1 Allora Giobbe rispose e disse:
23:2 "Anche oggi il mio lamento è una rivolta, per quanto io cerchi di comprimere il mio gemito.
23:3 Oh sapessi dove trovarlo! potessi arrivare fino al suo trono!
23:4 Esporrei la mia causa dinanzi a lui, riempirei d’argomenti la mia bocca.
23:5 Saprei quel che mi risponderebbe, e capirei quello che avrebbe da dirmi.
23:6 Contenderebbe egli meco con la sua gran potenza? No! invece, mi presterebbe attenzione.
23:7 Là sarebbe un uomo retto a discutere con lui, e sarei dal mio giudice assolto per sempre.
23:8 Ma, ecco, se vo ad oriente, egli non c’è; se ad occidente, non lo trovo;
23:9 se a settentrione, quando vi opera, io non lo veggo; si nasconde egli nel mezzodì, io non lo scorgo.
23:10 Ma la via ch’io batto ei la sa; se mi mettesse alla prova, ne uscirei come l’oro.
23:11 Il mio piede ha seguito fedelmente le sue orme, mi son tenuto sulla sua via senza deviare;
23:12 non mi sono scostato dai comandamenti delle sue labbra, ho riposto nel mio seno le parole della sua bocca.
23:13 Ma la sua decisione e una; chi lo farà mutare? Quello ch’ei desidera, lo fa;
23:14 egli eseguirà quel che di me ha decretato; e di cose come queste ne ha molte in mente.
23:15 Perciò nel suo cospetto io sono atterrito; quando ci penso, ho paura di lui.
23:16 Iddio m’ha tolto il coraggio, l’Onnipotente mi ha spaventato.
23:17 Questo mi annienta: non le tenebre, non la fitta oscurità che mi ricopre.
24:1 Perché non sono dall’Onnipotente fissati dei tempi in cui renda la giustizia? Perché quelli che lo conoscono non veggono quei giorni?
24:2 Gli empi spostano i termini, rapiscono greggi e li menano a pascere;
24:3 portano via l’asino dell’orfano, prendono in pegno il bove della vedova;
24:4 mandano via dalla strada i bisognosi, i poveri del paese si nascondo tutti insieme.
24:5 Eccoli, che come onàgri del deserto escono al lor lavoro in cerca di cibo; solo il deserto dà pane a’ lor figliuoli.
24:6 Raccolgono nei campi la loro pastura, raspollano nella vigna dell’empio;
24:7 passan la notte ignudi, senza vestito, senza una coperta che li ripari dal freddo.
24:8 Bagnati dagli acquazzoni di montagna, per mancanza di rifugio, si stringono alle rocce.
24:9 Ce n’è di quelli che strappano dalla mammella l’orfano, che prendono pegni da poveri!
24:10 E questi se ne vanno, ignudi, senza vestiti; hanno fame, e portano i covoni.
24:11 Fanno l’olio nel recinto dell’empio; calcan l’uva nel tino e patiscon la sete.
24:12 Sale dalle città il gemito de’ morenti; l’anima de’ feriti implora aiuto, e Dio non si cura di codeste infamie!
24:13 Ve ne son di quelli che si ribellano alla luce, non ne conoscono le vie, non ne battono i sentieri.
24:14 L’assassino si leva sul far del giorno, e ammazza il meschino e il povero; la notte fa il ladro.
24:15 L’occhio dell’adultero spia il crepuscolo, dicendo: "Nessuno mi vedrà!" e si copre d’un velo la faccia.
24:16 I ladri, di notte, sfondano le case; di giorno, si tengono rinchiusi; non conoscono la luce.
24:17 Il mattino è per essi come ombra di morte; appena lo scorgono provano i terrori del buio.
24:18 Voi dite: "L’empio è una festuca sulla faccia dell’acque; la sua parte sulla terra è maledetta; non prenderà più la via delle vigne.
24:19 Come la siccità e il calore assorbon le acque della neve, così il soggiorno de’ morti inghiottisce chi ha peccato.
24:20 Il seno che lo portò l’oblia; i vermi ne fanno il loro pasto delizioso, nessuno più lo ricorda.
24:21 L’iniquo sarà troncato come un albero: ei che divorava la sterile, priva di figli, e non faceva del bene alla vedova!"
24:22 Invece, Iddio con la sua forza prolunga i giorni dei prepotenti, i quali risorgono, quand’ormai disperavan della vita.
24:23 Dà loro sicurezza, fiducia, e i suoi occhi vegliano sul loro cammino.
24:24 Salgono in alto, poi scompaiono ad un tratto; cadono, son mietuti come gli altri mortali; son falciati come le spighe del grano maturo.
24:25 Se così non è, chi mi smentirà, chi annienterà il mio dire?"
25:1 Allora Bildad di Suach rispose e disse:
25:2 "A Dio appartiene il dominio e il terrore: egli fa regnare la pace ne’ suoi luoghi altissimi.
25:3 Le sue legioni si posson forse contare? Su chi non si leva la sua luce?
25:4 Come può dunque l’uomo esser giusto dinanzi a Dio? Come può esser puro il nato dalla donna?
25:5 Ecco, la luna stessa manca di chiarore, e le stelle non son pure agli occhi di lui;
25:6 quanto meno l’uomo, ch’è un verme, il figliuol d’uomo ch’è un vermicciuolo!"
26:1 Allora Giobbe rispose e disse:
26:2 "Come hai bene aiutato il debole! Come hai sorretto il braccio senza forza!
26:3 Come hai ben consigliato chi è privo di sapienza! E che abbondanza di sapere tu gli hai comunicato!
26:4 Ma a chi ti credi di aver parlato? E di chi è lo spirito che parla per mezzo tuo?
26:5 Dinanzi a Dio tremano le ombre disotto alle acque ed ai loro abitanti.
26:6 Dinanzi a lui il soggiorno dei morti è nudo, l’abisso è senza velo.
26:7 Egli distende il settentrione sul vuoto, sospende la terra sul nulla.
26:8 Rinchiude le acque nelle sue nubi, e le nubi non scoppiano per il peso.
26:9 Nasconde l’aspetto del suo trono, vi distende sopra le sue nuvole.
26:10 Ha tracciato un cerchio sulla faccia dell’acque, là dove la luce confina colle tenebre.
26:11 Le colonne del cielo sono scosse, e tremano alla sua minaccia.
26:12 Con la sua forza egli solleva il mare, con la sua intelligenza ne abbatte l’orgoglio.
26:13 Al suo soffio il cielo torna sereno, la sua mano trafigge il drago fuggente.
26:14 Ecco, questi non son che gli estremi lembi dell’azione sua. Non ce ne giunge all’orecchio che un breve sussurro; Ma il tuono delle sue potenti opere chi lo può intendere?"
27:1 Giobbe riprese il suo discorso e disse:
27:2 "Come vive Iddio che mi nega giustizia, come vive l’Onnipotente che mi amareggia l’anima,
27:3 finché avrò fiato e il soffio di Dio sarà nelle mie nari,
27:4 le mie labbra, no, non diranno nulla d’ingiusto, e la mia lingua non proferirà falsità.
27:5 Lungi da me l’idea di darvi ragione! Fino all’ultimo respiro non mi lascerò togliere la mia integrità.
27:6 Ho preso a difendere la mia giustizia e non cederò; il cuore non mi rimprovera uno solo de’ miei giorni.
27:7 Sia trattato da malvagio il mio nemico e da perverso chi si leva contro di me!
27:8 Quale speranza rimane mai all’empio quando Iddio gli toglie, gli rapisce l’anima?
27:9 Iddio presterà egli orecchio al grido di lui, quando gli verrà sopra la distretta?
27:10 Potrà egli prendere il suo diletto nell’Onnipotente? invocare Iddio in ogni tempo?
27:11 Io vi mostrerò il modo d’agire di Dio, non vi nasconderò i disegni dell’Onnipotente.
27:12 Ma queste cose voi tutti le avete osservate e perché dunque vi perdete in vani discorsi?
27:13 Ecco la parte che Dio riserba all’empio, l’eredità che l’uomo violento riceve dall’Onnipotente.
27:14 Se ha figli in gran numero son per la spada; la sua progenie non avrà pane da saziarsi.
27:15 I superstiti son sepolti dalla morte, e le vedove loro non li piangono.
27:16 Se accumula l’argento come polvere, se ammucchia vestiti come fango;
27:17 li ammucchia, sì, ma se ne vestirà il giusto, e l’argento l’avrà come sua parte l’innocente.
27:18 La casa ch’ei si edifica è come quella della tignuola, come il capanno che fa il guardiano della vigna.
27:19 Va a letto ricco, ma per l’ultima volta; apre gli occhi e non è più.
27:20 Terrori lo sorprendono come acque; nel cuor della notte lo rapisce un uragano.
27:21 Il vento d’oriente lo porta via, ed egli se ne va; lo spazza in un turbine dal luogo suo.
27:22 Iddio gli scaglia addosso i suoi dardi, senza pietà, per quanto egli tenti di scampare a’ suoi colpi.
27:23 La gente batte le mani quando cade, e fischia dietro a lui quando lascia il luogo dove stava.
28:1 Ha una miniera l’argento, e l’oro un luogo dove lo si affina.
28:2 Il ferro si cava dal suolo, e la pietra fusa dà il rame.
28:3 L’uomo ha posto fine alle tenebre, egli esplora i più profondi recessi, per trovar le pietre che son nel buio, nell’ombra di morte.
28:4 Scava un pozzo lontan dall’abitato; il piede più non serve a quei che vi lavorano; son sospesi, oscillano lungi dai mortali.
28:5 Dalla terra esce il pane, ma, nelle sue viscere, è sconvolta come dal fuoco.
28:6 Le sue rocce son la dimora dello zaffiro, e vi si trova della polvere d’oro.
28:7 L’uccello di rapina non conosce il sentiero che vi mena, né l’ha mai scorto l’occhio del falco.
28:8 Le fiere superbe non vi hanno messo piede, e il leone non v’è passato mai.
28:9 L’uomo stende la mano sul granito, rovescia dalle radici le montagne.
28:10 Pratica trafori per entro le rocce, e l’occhio suo scorge quanto v’è di prezioso.
28:11 Infrena le acque perché non gemano, e le cose nascoste trae fuori alla luce.
28:12 Ma la Sapienza, dove trovarla? E dov’è il luogo della Intelligenza?
28:13 L’uomo non ne sa la via, non la si trova sulla terra de’ viventi.
28:14 L’abisso dice: "Non è in me"; il mare dice: "Non sta da me".
28:15 Non la si ottiene in cambio d’oro, né la si compra a peso d’argento.
28:16 Non la si acquista con l’oro di Ofir, con l’onice prezioso o con lo zaffiro.
28:17 L’oro ed il vetro non reggono al suo confronto, non la si dà in cambio di vasi d’oro fino.
28:18 Non si parli di corallo, di cristallo; la Sapienza val più delle perle.
28:19 Il topazio d’Etiopia non può starle a fronte, l’oro puro non ne bilancia il valore.
28:20 Donde vien dunque la Sapienza? E dov’è il luogo della Intelligenza?
28:21 Essa è nascosta agli occhi d’ogni vivente, è celata agli uccelli del cielo.
28:22 L’abisso e la morte dicono: "Ne abbiamo avuto qualche sentore".
28:23 Dio solo conosce la via che vi mena, egli solo sa il luogo dove dimora,
28:24 perché il suo sguardo giunge sino alle estremità della terra, perch’egli vede tutto quel ch’è sotto i cieli.
28:25 Quando regolò il peso del vento e fissò la misura dell’acque,
28:26 quando dette una legge alla pioggia e tracciò la strada al lampo dei tuoni,
28:27 allora la vide e la rivelò, la stabilì ed anche l’investigò.
28:28 E disse all’uomo: "Ecco: temere il Signore: questa è la Sapienza, e fuggire il male è l’Intelligenza"."
29:1 Giobbe riprese il suo discorso e disse:
29:2 "Oh foss’io come ne’ mesi d’una volta, come ne’ giorni in cui Dio mi proteggeva,
29:3 quando la sua lampada mi risplendeva sul capo, e alla sua luce io camminavo nelle tenebre!
29:4 Oh fossi com’ero a’ giorni della mia maturità, quando Iddio vegliava amico sulla mia tenda,
29:5 quando l’Onnipotente stava ancora meco, e avevo i miei figliuoli d’intorno;
29:6 quando mi lavavo i piedi nel latte e dalla roccia mi fluivano ruscelli d’olio!
29:7 Allorché uscivo per andare alla porta della città e mi facevo preparare il seggio sulla piazza,
29:8 i giovani, al vedermi, si ritiravano, i vecchi s’alzavano e rimanevano in piedi;
29:9 i maggiorenti cessavan di parlare e si mettevan la mano sulla bocca;
29:10 la voce dei capi diventava muta, la lingua s’attaccava al loro palato.
29:11 L’orecchio che mi udiva, mi diceva beato; l’occhio che mi vedeva mi rendea testimonianza,
29:12 perché salvavo il misero che gridava aiuto, e l’orfano che non aveva chi lo soccorresse.
29:13 Scendea su me la benedizione di chi stava per perire, e facevo esultare il cuor della vedova.
29:14 La giustizia era il mio vestimento ed io il suo; la probità era come il mio mantello e il mio turbante.
29:15 Ero l’occhio del cieco, il piede dello zoppo;
29:16 ero il padre de’ poveri, e studiavo a fondo la causa dello sconosciuto.
29:17 Spezzavo la ganascia all’iniquo, e gli facevo lasciar la preda che avea fra i denti.
29:18 E dicevo: "Morrò nel mio nido, e moltiplicherò i miei giorni come la rena;
29:19 le mie radici si stenderanno verso l’acque, la rugiada passerà la notte sui miei rami;
29:20 la mia gloria sempre si rinnoverà, e l’arco rinverdirà nella mia mano".
29:21 Gli astanti m’ascoltavano pieni d’aspettazione, si tacevan per udire il mio parere.
29:22 Quand’avevo parlato, non replicavano; la mia parola scendeva su loro come una rugiada.
29:23 E m’aspettavan come s’aspetta la pioggia; aprivan larga la bocca come a un acquazzone di primavera.
29:24 Io sorridevo loro quand’erano sfiduciati; e non potevano oscurar la luce del mio volto.
29:25 Quando andavo da loro, mi sedevo come capo, ed ero come un re fra le sue schiere, come un consolatore in mezzo agli afflitti.
30:1 E ora servo di zimbello a dei più giovani di me, i cui padri non mi sarei degnato di mettere fra i cani del mio gregge!
30:2 E a che m’avrebbe servito la forza delle lor mani? Gente incapace a raggiungere l’età matura,
30:3 smunta dalla miseria e dalla fame, ridotta a brucare il deserto, la terra da tempo nuda e desolata,
30:4 strappando erba salsa presso ai cespugli, ed avendo per pane radici di ginestra.
30:5 Sono scacciati di mezzo agli uomini, grida lor dietro la gente come dietro al ladro,
30:6 abitano in burroni orrendi, nelle caverne della terra e fra le rocce;
30:7 ragliano fra i cespugli, si sdraiano alla rinfusa sotto i rovi;
30:8 gente da nulla, razza senza nome, cacciata via dal paese a bastonate.
30:9 E ora io sono il tema delle loro canzoni, il soggetto dei loro discorsi.
30:10 Mi aborrono, mi fuggono, non si trattengono dallo sputarmi in faccia.
30:11 Non han più ritegno, m’umiliano, rompono ogni freno in mia presenza.
30:12 Questa genia si leva alla mia destra, m’incalzano, e si appianano le vie contro di me per distruggermi.
30:13 Hanno sovvertito il mio cammino, lavorano alla mia ruina, essi che nessuno vorrebbe soccorrere!
30:14 S’avanzano come per un’ampia breccia, si precipitano innanzi in mezzo alle ruine.
30:15 Terrori mi si rovesciano addosso; l’onor mio è portato via come dal vento, è passata come una nube la mia felicità.
30:16 E ora l’anima mia si strugge in me, m’hanno còlto i giorni dell’afflizione.
30:17 La notte mi trafigge, mi stacca l’ossa, e i dolori che mi rodono non hanno posa.
30:18 Per la gran violenza del mio male la mia veste si sforma, mi si serra addosso come la tunica.
30:19 Iddio m’ha gettato nel fango, e rassomiglio alla polvere e alla cenere.
30:20 Io grido a te, e tu non mi rispondi; ti sto dinanzi, e tu mi stai a considerare!
30:21 Ti sei mutato in nemico crudele verso di me; mi perseguiti con la potenza della tua mano.
30:22 Mi levi per aria, mi fai portar via dal vento, e mi annienti nella tempesta.
30:23 Giacché, lo so, tu mi meni alla morte, alla casa di convegno di tutti i viventi.
30:24 Ma chi sta per perire non protende la mano? e nell’angoscia sua non grida al soccorso?
30:25 Non piangevo io forse per chi era nell’avversità? l’anima mia non era ella angustiata per il povero?
30:26 Speravo il bene, ed è venuto il male; aspettavo la luce, ed è venuta l’oscurità!
30:27 Le mie viscere bollono e non hanno requie, son venuti per me giorni d’afflizione.
30:28 Me ne vo tutto annerito, ma non dal sole; mi levo in mezzo alla raunanza, e grido aiuto;
30:29 son diventato fratello degli sciacalli, compagno degli struzzi.
30:30 La mia pelle è nera, e cade a pezzi; le mie ossa son calcinate dall’arsura.
30:31 La mia cetra non dà più che accenti di lutto, e la mia zampogna voce di pianto.
31:1 Io avevo stretto un patto con gli occhi miei; come dunque avrei fissati gli sguardi sopra una vergine?
31:2 Che parte mi avrebbe assegnata Iddio dall’alto e quale eredità m’avrebbe data l’Onnipotente dai luoghi eccelsi?
31:3 La sventura non è ella per il perverso e le sciagure per quelli che fanno il male?
31:4 Iddio non vede egli le mie vie? non conta tutti i miei passi?
31:5 Se ho camminato insieme alla menzogna, se il piede mio s’è affrettato dietro alla frode
31:6 (Iddio mi pesi con bilancia giusta e riconoscerà la mia integrità)
31:7 se i miei passi sono usciti dalla retta via, se il mio cuore è ito dietro ai miei occhi, se qualche sozzura mi s’è attaccata alle mani,
31:8 ch’io semini e un altro mangi, e quel ch’è cresciuto nei miei campi sia sradicato!
31:9 Se il mio cuore s’è lasciato sedurre per amor d’una donna, se ho spiato la porta del mio prossimo,
31:10 che mia moglie giri la macina ad un altro, e che altri abusino di lei!
31:11 Poiché quella è una scelleratezza, un misfatto punito dai giudici,
31:12 un fuoco che consuma fino a perdizione, e che avrebbe distrutto fin dalle radici ogni mia fortuna.
31:13 Se ho disconosciuto il diritto del mio servo e della mia serva, quand’eran meco in lite,
31:14 che farei quando Iddio si levasse per giudicarmi, e che risponderei quando mi esaminasse?
31:15 Chi fece me nel seno di mia madre non fece anche lui? non ci ha formati nel seno materno uno stesso Iddio?
31:16 Se ho rifiutato ai poveri quel che desideravano, se ho fatto languire gli occhi della vedova,
31:17 se ho mangiato da solo il mio pezzo di pane senza che l’orfano ne mangiasse la sua parte,
31:18 io che fin da giovane l’ho allevato come un padre, io che fin dal seno di mia madre sono stato guida alla vedova,
31:19 se ho visto uno perire per mancanza di vesti o il povero senza una coperta,
31:20 se non m’hanno benedetto i suoi fianchi, ed egli non s’è riscaldato colla lana dei miei agnelli,
31:21 se ho levato la mano contro l’orfano perché mi sapevo sostenuto alla porta…
31:22 che la mia spalla si stacchi dalla sua giuntura, il mio braccio si spezzi e cada!
31:23 E invero mi spaventava il castigo di Dio, ed ero trattenuto dalla maestà di lui.
31:24 Se ho riposto la mia fiducia nell’oro, se all’oro fino ho detto: "Tu sei la mia speranza",
31:25 se mi son rallegrato che le mie ricchezze fosser grandi e la mia mano avesse molto accumulato,
31:26 se, contemplando il sole che raggiava e la luna che procedeva lucente nel suo corso,
31:27 il mio cuore, in segreto, s’è lasciato sedurre e la mia bocca ha posato un bacio sulla mano
31:28 (misfatto anche questo punito dai giudici ché avrei difatti rinnegato l’Iddio ch’è di sopra),
31:29 se mi son rallegrato della sciagura del mio nemico ed ho esultato quando gli ha incolto sventura
31:30 (io, che non ho permesso alle mie labbra di peccare chiedendo la sua morte con imprecazione),
31:31 se la gente della mia tenda non ha detto: "Chi è che non si sia saziato della carne delle sue bestie?"
31:32 (lo straniero non passava la notte fuori; le mie porte erano aperte al viandante),
31:33 se, come fan gli uomini, ho coperto i miei falli celando nel petto la mia iniquità,
31:34 perché avevo paura della folla e dello sprezzo delle famiglie al punto da starmene queto e non uscir di casa…
31:35 Oh, avessi pure chi m’ascoltasse!… ecco qua la mia firma! l’Onnipotente mi risponda! Scriva l’avversario mio la sua querela,
31:36 ed io la porterò attaccata alla mia spalla, me la cingerò come un diadema!
31:37 Gli renderò conto di tutt’i miei passi, a lui m’appresserò come un principe!
31:38 Se la mia terra mi grida contro, se tutti i suoi solchi piangono,
31:39 se ne ho mangiato il frutto senza pagarla, se ho fatto sospirare chi la coltivava,
31:40 che invece di grano mi nascano spine, invece d’orzo mi crescano zizzanie!" Qui finiscono i discorsi di Giobbe.
32:1 Quei tre uomini cessarono di rispondere a Giobbe perché egli si credeva giusto.
32:2 Allora l’ira di Elihu, figliuolo di Barakeel il Buzita, della tribù di Ram, s’accese:
32:3 s’accese contro Giobbe, perché riteneva giusto sé stesso anziché Dio; s’accese anche contro i tre amici di lui perché non avean trovato che rispondere, sebbene condannassero Giobbe.
32:4 Ora, siccome quelli erano più attempati di lui,
32:5 Elihu aveva aspettato a parlare a Giobbe; ma quando vide che dalla bocca di quei tre uomini non usciva più risposta, s’accese d’ira.
32:6 Ed Elihu, figliuolo di Barakeel il Buzita, rispose e disse: "Io son giovine d’età e voi siete vecchi; perciò mi son tenuto indietro e non ho ardito esporvi il mio pensiero.
32:7 Dicevo: "Parleranno i giorni, e il gran numero degli anni insegnerà la sapienza".
32:8 Ma, nell’uomo, quel che lo rende intelligente è lo spirito, è il soffio dell’Onnipotente.
32:9 Non quelli di lunga età sono sapienti, né i vecchi son quelli che comprendono il giusto.
32:10 Perciò dico: "Ascoltatemi; vi esporrò anch’io il mio pensiero".
32:11 Ecco, ho aspettato i vostri discorsi, ho ascoltato i vostri argomenti, mentre andavate cercando altre parole.
32:12 V’ho seguito attentamente, ed ecco, nessun di voi ha convinto Giobbe, nessuno ha risposto alle sue parole.
32:13 Non avete dunque ragione di dire: "Abbiam trovato la sapienza! Dio soltanto lo farà cedere; non l’uomo!"
32:14 Egli non ha diretto i suoi discorsi contro a me, ed io non gli risponderò colle vostre parole.
32:15 Eccoli sconcertati! non rispondon più, non trovan più parole.
32:16 Ed ho aspettato che non parlassero più, che restassero e non rispondessero più.
32:17 Ma ora risponderò anch’io per mio conto, esporrò anch’io il mio pensiero!
32:18 Perché son pieno di parole, e lo spirito ch’è dentro di me mi stimola.
32:19 Ecco, il mio seno è come vin rinchiuso, è simile ad otri pieni di vin nuovo, che stanno per scoppiare.
32:20 Parlerò dunque e mi solleverò, aprirò le labbra e risponderò!
32:21 E lasciate ch’io parli senza riguardi personali, senza adulare alcuno;
32:22 poiché adulare io non so; se lo facessi, il mio Fattore tosto mi torrebbe di mezzo.
33:1 Ma pure, ascolta, o Giobbe, il mio dire, porgi orecchio a tutte le mie parole!
33:2 Ecco, apro la bocca, la lingua parla sotto il mio palato.
33:3 Nelle mie parole è la rettitudine del mio cuore; e le mie labbra diran sinceramente quello che so.
33:4 Lo spirito di Dio mi ha creato, e il soffio dell’Onnipotente mi dà la vita.
33:5 Se puoi, rispondimi; prepara le tue ragioni, fatti avanti!
33:6 Ecco, io sono uguale a te davanti a Dio; anch’io, fui tratto dall’argilla.
33:7 Spavento di me non potrà quindi sgomentarti, e il peso della mia autorità non ti potrà schiacciare.
33:8 Davanti a me tu dunque hai detto (e ho bene udito il suono delle tue parole):
33:9 "Io sono puro, senza peccato; sono innocente, non c’è iniquità in me;
33:10 ma Dio trova contro me degli appigli ostili, mi tiene per suo nemico;
33:11 mi mette i piedi nei ceppi, spia tutti i miei movimenti".
33:12 E io ti rispondo: In questo non hai ragione; giacché Dio è più grande dell’uomo.
33:13 Perché contendi con lui? poich’egli non rende conto d’alcuno dei suoi atti.
33:14 Iddio parla, bensì, una volta ed anche due, ma l’uomo non ci bada;
33:15 parla per via di sogni, di visioni notturne, quando un sonno profondo cade sui mortali, quando sui loro letti essi giacciono assopiti;
33:16 allora egli apre i loro orecchi e dà loro in segreto degli ammonimenti,
33:17 per distoglier l’uomo dal suo modo d’agire e tener lungi da lui la superbia;
33:18 per salvargli l’anima dalla fossa, la vita dal dardo mortale.
33:19 L’uomo è anche ammonito sul suo letto, dal dolore, dall’agitazione incessante delle sue ossa;
33:20 quand’egli ha in avversione il pane, e l’anima sua schifa i cibi più squisiti;
33:21 la carne gli si consuma, e sparisce, mentre le ossa, prima invisibili, gli escon fuori,
33:22 l’anima sua si avvicina alla fossa, e la sua vita a quelli che dànno la morte.
33:23 Ma se, presso a lui, v’è un angelo, un interprete, uno solo fra i mille, che mostri all’uomo il suo dovere,
33:24 Iddio ha pietà di lui e dice: "Risparmialo, che non scenda nella fossa! Ho trovato il suo riscatto".
33:25 Allora la sua carne divien fresca più di quella d’un bimbo; egli torna ai giorni della sua giovinezza;
33:26 implora Dio, e Dio gli è propizio; gli dà di contemplare il suo volto con giubilo, e lo considera di nuovo come giusto.
33:27 Ed egli va cantando fra la gente e dice: "Avevo peccato, pervertito la giustizia, e non sono stato punito come meritavo.
33:28 Iddio ha riscattato l’anima mia, onde non scendesse nella fossa e la mia vita si schiude alla luce!"
33:29 Ecco, tutto questo Iddio lo fa due, tre volte, all’uomo,
33:30 per ritrarre l’anima di lui dalla fossa, perché su di lei splenda la luce della vita.
33:31 Sta’ attento, Giobbe, dammi ascolto; taci, ed io parlerò.
33:32 Se hai qualcosa da dire, rispondimi, parla, ché io vorrei poterti dar ragione.
33:33 Se no, tu dammi ascolto, taci, e t’insegnerò la saviezza".
34:1 Elihu riprese a parlare e disse:
34:2 "O voi savi, ascoltate le mie parole! Voi che siete intelligenti, prestatemi orecchio!
34:3 Poiché l’orecchio giudica dei discorsi, come il palato assapora le vivande.
34:4 Scegliamo quello ch’è giusto, riconosciamo fra noi quello ch’è buono.
34:5 Giobbe ha detto: "Sono giusto, ma Dio mi nega giustizia;
34:6 ho ragione, e passo da bugiardo; la mia ferita è incurabile, e sono senza peccato".
34:7 Dov’è l’uomo che al par di Giobbe tracanni gli empi scherni come l’acqua,
34:8 cammini in compagnia de’ malfattori, e vada assieme con gli scellerati?
34:9 Poiché ha detto: "Non giova nulla all’uomo l’avere il suo diletto in Dio".
34:10 Ascoltatemi dunque, o uomini di senno! Lungi da Dio il male, lungi dall’Onnipotente l’iniquità!
34:11 Poich’egli rende all’uomo secondo le sue opere, e fa trovare a ognuno il salario della sua condotta.
34:12 No, di certo Iddio non commette ingiustizie! l’Onnipotente non perverte il diritto.
34:13 Chi gli ha dato il governo della terra? Chi ha affidato l’universo alla sua cura?
34:14 S’ei non ponesse mente che a sé stesso, se ritirasse a sé il suo spirito e il suo soffio,
34:15 ogni carne perirebbe d’un tratto, l’uomo ritornerebbe in polvere.
34:16 Se tu se’ intelligente, ascolta questo, porgi orecchio alla voce delle mie parole.
34:17 Uno che odiasse la giustizia potrebbe governare? E osi tu condannare il Giusto, il Potente,
34:18 che chiama i re "uomini da nulla" e i principi: "scellerati"?
34:19 che non porta rispetto all’apparenza de’ grandi, che non considera il ricco più del povero, perché son tutti opera delle sue mani?
34:20 In un attimo, essi muoiono; nel cuor della notte, la gente del popolo è scossa e scompare, i potenti son portati via, senza man d’uomo.
34:21 Perché Iddio tien gli occhi aperti sulle vie de’ mortali, e vede tutti i lor passi.
34:22 Non vi son tenebre, non v’è ombra di morte, ove possa nascondersi chi opera iniquamente.
34:23 Dio non ha bisogno d’osservare a lungo un uomo per trarlo davanti a lui in giudizio.
34:24 Egli fiacca i potenti, senza inchiesta; e ne stabilisce altri al loro posto;
34:25 poich’egli conosce le loro azioni; li abbatte nella notte, e son fiaccati;
34:26 li colpisce come dei malvagi, in presenza di tutti,
34:27 perché si sono sviati da lui e non hanno posto mente ad alcuna delle sue vie;
34:28 han fatto salire a lui il gemito del povero, ed egli ha dato ascolto al gemito degli infelici.
34:29 Quando Iddio dà requie chi lo condannerà? Chi potrà contemplarlo quando nasconde il suo volto a una nazione ovvero a un individuo,
34:30 per impedire all’empio di regnare, per allontanar dal popolo le insidie?
34:31 Quell’empio ha egli detto a Dio: "Io porto la mia pena, non farò più il male,
34:32 mostrami tu quel che non so vedere; se ho agito perversamente, non lo farò più"?
34:33 Dovrà forse Iddio render la giustizia a modo tuo, che tu lo critichi? Ti dirà forse: "Scegli tu, non io, quello che sai, dillo"?
34:34 La gente assennata e ogni uomo savio che m’ascolta, mi diranno:
34:35 "Giobbe parla senza giudizio, le sue parole sono senza intendimento".
34:36 Ebbene, sia Giobbe provato sino alla fine! poiché le sue risposte son quelle degli iniqui,
34:37 poiché aggiunge al peccato suo la ribellione, batte le mani in mezzo a noi, e moltiplica le sue parole contro Dio".
35:1 Poi Elihu riprese il discorso e disse:
35:2 "Credi tu d’aver ragione quando dici: "Dio non si cura della mia giustizia"?
35:3 Infatti hai detto: "Che mi giova? che guadagno io di più a non peccare?"
35:4 Io ti darò la risposta: a te ed agli amici tuoi.
35:5 Considera i cieli, e vedi! guarda le nuvole, come sono più in alto di te!
35:6 Se pecchi, che torto gli fai? Se moltiplichi i tuoi misfatti, che danno gli rechi?
35:7 Se sei giusto, che gli dài? Che ricev’egli dalla tua mano?
35:8 La tua malvagità non nuoce che al tuo simile, e la tua giustizia non giova che ai figli degli uomini.
35:9 Si grida per le molte oppressioni, si levano lamenti per la violenza dei grandi;
35:10 ma nessuno dice: "Dov’è Dio, il mio creatore, che nella notte concede canti di gioia,
35:11 che ci fa più intelligenti delle bestie de’ campi e più savi degli uccelli del cielo?"
35:12 Si grida, sì, ma egli non risponde, a motivo della superbia dei malvagi.
35:13 Certo, Dio non dà ascolto a lamenti vani; l’Onnipotente non ne fa nessun caso.
35:14 E tu, quando dici che non lo scorgi, la causa tua gli sta dinanzi; sappilo aspettare!
35:15 Ma ora, perché la sua ira non punisce, perch’egli non prende rigorosa conoscenza delle trasgressioni,
35:16 Giobbe apre vanamente le labbra e accumula parole senza conoscimento".
36:1 Poi Elihu seguitando disse:
36:2 "Aspetta un po’, io t’istruirò; perché c’è da dire ancora a pro di Dio.
36:3 Io trarrò la mia scienza da lontano e renderò giustizia a colui che m’ha fatto.
36:4 Per certo, le mie parole non son bugiarde; ti sta dinanzi un uomo dotato di perfetta scienza.
36:5 Ecco, Iddio è potente, ma non disdegna nessuno; è potente per la forza dell’intelletto suo.
36:6 Ei non lascia viver l’empio, e fa ragione ai miseri.
36:7 Non storna lo sguardo suo dai giusti, ma li pone coi re sul trono, ve li fa sedere per sempre, e così li esalta
36:8 Se gli uomini son talora stretti da catene se son presi nei legami dell’afflizione,
36:9 Dio fa lor conoscere la lor condotta, le loro trasgressioni, giacché si sono insuperbiti;
36:10 egli apre così i loro orecchi a’ suoi ammonimenti, e li esorta ad abbandonare il male.
36:11 Se l’ascoltano, se si sottomettono, finiscono i loro giorni nel benessere, e gli anni loro nella gioia;
36:12 ma, se non l’ascoltano, periscon trafitti da’ suoi dardi, muoiono per mancanza d’intendimento.
36:13 Gli empi di cuore s’abbandonano alla collera, non implorano Iddio quand’ei gl’incatena;
36:14 così muoiono nel fior degli anni, e la lor vita finisce come quella dei dissoluti;
36:15 ma Dio libera l’afflitto mediante l’afflizione, e gli apre gli orecchi mediante la sventura.
36:16 Te pure ei vuol trarre dalle fauci della distretta, al largo, dove non è più angustia, e coprir la tua mensa tranquilla di cibi succulenti.
36:17 Ma, se giudichi le vie di Dio come fan gli empi, il giudizio e la sentenza di lui ti piomberanno addosso.
36:18 Bada che la collera non ti trasporti alla bestemmia, e la grandezza del riscatto non t’induca a fuorviare!
36:19 Farebbe egli caso delle tue ricchezze? Non han valore per lui, né l’oro, né tutta la possanza dell’opulenza.
36:20 Non anelare a quella notte che porta via i popoli dal luogo loro.
36:21 Guardati bene dal volgerti all’iniquità, tu che sembri preferirla all’afflizione.
36:22 Vedi, Iddio è eccelso nella sua potenza; chi può insegnare come lui?
36:23 Chi gli prescrive la via da seguire? Chi osa dirgli: "Tu hai fatto male?"
36:24 Pensa piuttosto a magnificar le sue opere; gli uomini le celebrano nei loro canti,
36:25 tutti le ammirano, il mortale le contempla da lungi.
36:26 Sì, Iddio è grande e noi non lo possiam conoscere; incalcolabile è il numero degli anni suoi.
36:27 Egli attrae a sé le gocciole dell’acqua; dai vapori ch’egli ha formato stilla la pioggia.
36:28 Le nubi la spandono, la rovesciano sulla folla de’ mortali.
36:29 E chi può capire lo spiegamento delle nubi, i fragori che scoppiano nel suo padiglione?
36:30 Ecco, ora egli spiega intorno a sé la sua luce, or prende per coperta le profondità del mare.
36:31 Per tal modo punisce i popoli, e dà loro del cibo in abbondanza.
36:32 S’empie di fulmini le mani, e li lancia contro gli avversari.
36:33 Il rombo del tuono annunzia ch’ei viene, gli animali lo presenton vicino.
37:1 A tale spettacolo il cuor mi trema e balza fuor del suo luogo.
37:2 Udite, udite il fragore della sua voce, il rombo che esce dalla sua bocca!
37:3 Egli lo lancia sotto tutti i cieli e il suo lampo guizza fino ai lembi della terra.
37:4 Dopo il lampo, una voce rugge; egli tuona con la sua voce maestosa; e quando s’ode la voce, il fulmine non e già più nella sua mano.
37:5 Iddio tuona con la sua voce maravigliosamente; grandi cose egli fa che noi non intendiamo.
37:6 Dice alla neve: "Cadi sulla terra!" lo dice al nembo della pioggia, al nembo delle piogge torrenziali.
37:7 Rende inerte ogni mano d’uomo, onde tutti i mortali, che son opera sua, imparino a conoscerlo.
37:8 Le bestie selvagge vanno nel covo, e stan ritirate entro le tane.
37:9 Dai recessi del sud viene l’uragano, dagli aquiloni il freddo.
37:10 Al soffio di Dio si forma il ghiaccio e si contrae la distesa dell’acque.
37:11 Egli carica pure le nubi d’umidità, disperde lontano le nuvole che portano i suoi lampi
37:12 ed esse, da lui guidate, vanno vagando nei lor giri per eseguir quanto ei loro comanda sopra la faccia di tutta la terra;
37:13 e le manda o come flagello, o come beneficio alla sua terra, o come prova della sua bontà.
37:14 Porgi l’orecchio a questo, o Giobbe; fermati, e considera le maraviglie di Dio!
37:15 Sai tu come Iddio le diriga e faccia guizzare il lampo dalle sue nubi?
37:16 Conosci tu l’equilibrio delle nuvole, le maraviglie di colui la cui scienza è perfetta?
37:17 Sai tu come mai gli abiti tuoi sono caldi quando la terra s’assopisce sotto il soffio dello scirocco?
37:18 Puoi tu, come lui, distendere i cieli e farli solidi come uno specchio di metallo?
37:19 Insegnaci tu che dirgli!… Nelle tenebre nostre, noi non abbiam parole.
37:20 Gli si annunzierà forse ch’io voglio parlare? Ma chi mai può bramare d’essere inghiottito?
37:21 Nessuno può fissare il sole che sfolgora ne’ cieli quando v’è passato il vento a renderli tersi.
37:22 Dal settentrione viene l’oro; ma Dio è circondato da una maestà terribile;
37:23 l’Onnipotente noi non lo possiam scoprire. Egli è grande in forza, in equità, in perfetta giustizia; egli non opprime alcuno.
37:24 Perciò gli uomini lo temono; ei non degna d’uno sguardo chi si presume savio".
38:1 Allora l’Eterno rispose a Giobbe dal seno della tempesta, e disse:
38:2 "Chi è costui che oscura i miei disegni con parole prive di senno?
38:3 Orsù, cingiti i lombi come un prode; io ti farò delle domande e tu insegnami!
38:4 Dov’eri tu quand’io fondavo la terra? Dillo, se hai tanta intelligenza.
38:5 Chi ne fissò le dimensioni? giacché tu il sai! chi tirò sovr’essa la corda da misurare?
38:6 Su che furon poggiate le sue fondamenta, o chi ne pose la pietra angolare
38:7 quando le stelle del mattino cantavan tutte assieme e tutti i figli di Dio davan in gridi di giubilo?
38:8 Chi chiuse con porte il mare balzante fuor dal seno materno,
38:9 quando gli detti le nubi per vestimento e per fasce l’oscurità,
38:10 quando gli tracciai de’ confini, gli misi sbarre e porte,
38:11 e dissi: "Fin qui tu verrai, e non oltre; qui si fermerà l’orgoglio de’ tuoi flutti?"
38:12 Hai tu mai, in vita tua, comandato al mattino? o insegnato il suo luogo all’aurora,
38:13 perch’ella afferri i lembi della terra, e ne scuota via i malvagi?
38:14 La terra si trasfigura come creta sotto il sigillo, e appar come vestita d’un ricco manto;
38:15 i malfattori sono privati della luce loro, e il braccio, alzato già, è spezzato.
38:16 Sei tu penetrato fino alle sorgenti del mare? hai tu passeggiato in fondo all’abisso?
38:17 Le porte della morte ti son esse state scoperte? Hai tu veduto le porte dell’ombra di morte?
38:18 Hai tu abbracciato collo sguardo l’ampiezza della terra? Parla, se la conosci tutta!
38:19 Dov’è la via che guida al soggiorno della luce? E la tenebra dov’è la sua dimora?
38:20 Le puoi tu menare verso i loro domini, e sai tu bene i sentieri per ricondurle a casa?
38:21 Lo sai di sicuro! ché tu eri, allora, già nato, e il numero de’ tuoi giorni è grande!…
38:22 Sei tu entrato ne’ depositi della neve? Li hai visti i depositi della grandine
38:23 ch’io tengo in serbo per i tempi della distretta, pel giorno della battaglia e della guerra?
38:24 Per quali vie si diffonde la luce e si sparge il vento orientale sulla terra?
38:25 Chi ha aperto i canali all’acquazzone e segnato la via al lampo dei tuoni,
38:26 perché la pioggia cada sulla terra inabitata, sul deserto ove non sta alcun uomo,
38:27 e disseti le solitudini desolate, sì che vi germogli e cresca l’erba?
38:28 Ha forse la pioggia un padre? o chi genera le gocce della rugiada?
38:29 Dal seno di chi esce il ghiaccio, e la brina del cielo chi la dà alla luce?
38:30 Le acque, divenute come pietra, si nascondono, e la superficie dell’abisso si congela.
38:31 Sei tu che stringi i legami delle Pleiadi, o potresti tu scioglier le catene d’Orione?
38:32 Sei tu che, al suo tempo, fai apparire le costellazioni e guidi la grand’Orsa insieme a’ suoi piccini?
38:33 Conosci tu le leggi del cielo? e regoli tu il dominio di esso sulla terra?
38:34 Puoi tu levar la voce fino alle nubi, e far che abbondanza di pioggia ti ricopra?
38:35 I fulmini parton forse al tuo comando? Ti dicono essi: "Eccoci qua"?
38:36 Chi ha messo negli strati delle nubi sapienza, o chi ha dato intelletto alla meteora?
38:37 Chi conta con sapienza le nubi? e gli otri del cielo chi li versa
38:38 allorché la polvere stemperata diventa come una massa in fusione e le zolle de’ campi si saldan fra loro?
38:39 Sei tu che cacci la preda per la leonessa, che sazi la fame de’ leoncelli
38:40 quando si appiattano nelle tane e si mettono in agguato nella macchia?
38:41 Chi provvede il pasto al corvo quando i suoi piccini gridano a Dio e vanno errando senza cibo?
39:1 Sai tu quando le capre selvagge delle rocce figliano? Hai tu osservato quando le cerve partoriscono?
39:2 Conti tu i mesi della lor pregnanza e sai tu il momento in cui debbono sgravarsi?
39:3 S’accosciano, fanno i lor piccini, e son tosto liberate dalle loro doglie;
39:4 i lor piccini si fanno forti, crescono all’aperto, se ne vanno, e non tornan più alle madri.
39:5 Chi manda libero l’onàgro, e chi scioglie i legami all’asino salvatico,
39:6 al quale ho dato per dimora il deserto, e la terra salata per abitazione?
39:7 Egli si beffa del frastuono della città, e non ode grida di padrone.
39:8 Batte le montagne della sua pastura, e va in traccia d’ogni filo di verde.
39:9 Il bufalo vorrà egli servirti o passar la notte presso alla tua mangiatoia?
39:10 Legherai tu il bufalo con una corda perché faccia il solco? erpicherà egli le valli dietro a te?
39:11 Ti fiderai di lui perché la sua forza è grande? Lascerai a lui il tuo lavoro?
39:12 Conterai su lui perché ti porti a casa la raccolta e ti ammonti il grano sull’aia?
39:13 Lo struzzo batte allegramente l’ali; ma le penne e le piume di lui son esse pietose?
39:14 No, poich’egli abbandona sulla terra le proprie uova e le lascia scaldar sopra la sabbia.
39:15 Egli dimentica che un piede le potrà schiacciare, e che le bestie dei campi le potran calpestare.
39:16 Tratta duramente i suoi piccini, quasi non fosser suoi; la sua fatica sarà vana, ma ciò non lo turba,
39:17 ché Iddio l’ha privato di sapienza, e non gli ha impartito intelligenza.
39:18 Ma quando si leva e piglia lo slancio, si beffa del cavallo e di chi lo cavalca.
39:19 Sei tu che dài al cavallo il coraggio? che gli vesti il collo d’una fremente criniera?
39:20 Sei tu che lo fai saltar come la locusta? Il fiero suo nitrito incute spavento.
39:21 Raspa la terra nella valle ed esulta della sua forza; si slancia incontro alle armi.
39:22 Della paura si ride, non trema, non indietreggia davanti alla spada.
39:23 Gli risuona addosso il turcasso, la folgorante lancia e il dardo.
39:24 Con fremente furia divora la terra. Non sta più fermo quando suona la tromba.
39:25 Com’ode lo squillo, dice: Aha! e fiuta da lontano la battaglia, la voce tonante dei capi, e il grido di guerra.
39:26 E’ l’intelligenza tua che allo sparviere fa spiccare il volo e spiegar l’ali verso mezzogiorno?
39:27 E’ forse al tuo comando che l’aquila si leva in alto e fa il suo nido nei luoghi elevati?
39:28 Abita nelle rocce e vi pernotta; sta sulla punta delle rupi, sulle vette scoscese;
39:29 di là spia la preda, e i suoi occhi miran lontano.
39:30 I suoi piccini s’abbeveran di sangue, e dove son de’ corpi morti, ivi ella si trova".
40:1 L’Eterno continuò a rispondere a Giobbe e disse:
40:2 "Il censore dell’Onnipotente vuole ancora contendere con lui? Colui che censura Iddio ha egli una risposta a tutto questo?"
40:3 Allora Giobbe rispose all’Eterno e disse:
40:4 "Ecco, io son troppo meschino; che ti risponderei? Io mi metto la mano sulla bocca.
40:5 Ho parlato una volta, ma non riprenderò la parola, due volte… ma non lo farò più".
40:6 L’Eterno allora rispose a Giobbe dal seno della tempesta, e disse:
40:7 "Orsù, cingiti i lombi come un prode; ti farò delle domande e tu insegnami!
40:8 Vuoi tu proprio annullare il mio giudizio? condannar me per giustificar te stesso?
40:9 Hai tu un braccio pari a quello di Dio? o una voce che tuoni come la sua?
40:10 Su via, adornati di maestà, di grandezza, rivestiti di splendore, di magnificenza!
40:11 Da’ libero corso ai furori dell’ira tua; mira tutti i superbi e abbassali!
40:12 Mira tutti i superbi e umiliali! e schiaccia gli empi dovunque stanno!
40:13 Seppelliscili tutti assieme nella polvere, copri di bende la lor faccia nel buio della tomba!
40:14 Allora, anch’io ti loderò, perché la tua destra t’avrà dato la vittoria.
40:15 Guarda l’ippopotamo che ho fatto al par di te; esso mangia l’erba come il bove.
40:16 Ecco la sua forza è nei suoi lombi, e il vigor suo nei muscoli del ventre.
40:17 Stende rigida come un cedro la coda; i nervi delle sue cosce sono intrecciati insieme.
40:18 Le sue ossa sono tubi di rame; le sue membra, sbarre di ferro.
40:19 Esso è il capolavoro di Dio; colui che lo fece l’ha fornito di falce,
40:20 perché i monti gli producon la pastura; e là tutte le bestie de’ campi gli scherzano intorno.
40:21 Si giace sotto i loti, nel folto de’ canneti, in mezzo alle paludi.
40:22 I loti lo copron dell’ombra loro, i salci del torrente lo circondano.
40:23 Straripi pure il fiume, ei non trema; rimane calmo, anche se avesse un Giordano alla gola.
40:24 Potrebbe alcuno impadronirsene assalendolo di fronte? o prenderlo colle reti per forargli il naso?
41:1 (H40-25) Prenderai tu il coccodrillo all’amo? Gli assicurerai la lingua colla corda?
41:2 (H40-26) Gli passerai un giunco per le narici? Gli forerai le mascelle con l’uncino?
41:3 (H40-27) Ti rivolgerà egli molte supplicazioni? Ti dirà egli delle parole dolci?
41:4 (H40-28) Farà egli teco un patto perché tu lo prenda per sempre al tuo servizio?
41:5 (H40-29) Scherzerai tu con lui come fosse un uccello? L’attaccherai a un filo per divertir le tue ragazze?
41:6 (H40-30) Ne trafficheranno forse i pescatori? Lo spartiranno essi fra i negozianti?
41:7 (H40-31) Gli coprirai tu la pelle di dardi e la testa di ramponi?
41:8 (H40-32) Mettigli un po’ le mani addosso!… Ti ricorderai del combattimento e non ci tornerai!
41:9 (H41-1) Ecco, fallace è la speranza di chi l’assale; basta scorgerlo e s’è atterrati.
41:10 (H41-2) Nessuno è tanto ardito da provocarlo. E chi dunque oserà starmi a fronte?
41:11 (H41-3) Chi mi ha anticipato alcun che perch’io glielo debba rendere? Sotto tutti i cieli, ogni cosa è mia.
41:12 (H41-4) E non vo’ tacer delle sue membra, della sua gran forza, della bellezza della sua armatura.
41:13 (H41-5) Chi l’ha mai spogliato della sua corazza? Chi è penetrato fra la doppia fila de’ suoi denti?
41:14 (H41-6) Chi gli ha aperti i due battenti della gola? Intorno alla chiostra de’ suoi denti sta il terrore.
41:15 (H41-7) Superbe son le file de’ suoi scudi, strettamente uniti come da un sigillo.
41:16 (H41-8) Uno tocca l’altro, e tra loro non passa l’aria.
41:17 (H41-9) Sono saldati assieme, si tengono stretti, sono inseparabili.
41:18 (H41-10) I suoi starnuti dànno sprazzi di luce; i suoi occhi son come le palpebre dell’aurora.
41:19 (H41-11) Dalla sua bocca partono vampe, ne scappan fuori scintille di fuoco.
41:20 (H41-12) Dalle sue narici esce un fumo, come da una pignatta che bolla o da una caldaia.
41:21 (H41-13) L’alito suo accende i carboni, e una fiamma gli erompe dalla gola.
41:22 (H41-14) Nel suo collo risiede la forza, dinanzi a lui salta il terrore.
41:23 (H41-15) Compatte sono in lui le parti flosce della carne, gli stanno salde addosso, non si muovono.
41:24 (H41-16) Il suo cuore è duro come il sasso, duro come la macina di sotto.
41:25 (H41-17) Quando si rizza, tremano i più forti, e dalla paura son fuori di sé.
41:26 (H41-18) Invano lo si attacca con la spada; a nulla valgon lancia, giavellotto, corazza.
41:27 (H41-19) Il ferro è per lui come paglia; il rame, come legno tarlato.
41:28 (H41-20) La figlia dell’arco non lo mette in fuga; le pietre della fionda si mutano per lui in stoppia.
41:29 (H41-21) Stoppia gli par la mazza e si ride del fremer della lancia.
41:30 (H41-22) Il suo ventre è armato di punte acute, e lascia come tracce d’erpice sul fango.
41:31 (H41-23) Fa bollire l’abisso come una caldaia, del mare fa come un gran vaso da profumi.
41:32 (H41-24) Si lascia dietro una scia di luce; l’abisso par coperto di bianca chioma.
41:33 (H41-25) Non v’è sulla terra chi lo domi; è stato fatto per non aver paura.
41:34 (H41-26) Guarda in faccia tutto ciò ch’è eccelso, è re su tutte le belve più superbe".
42:1 Allora Giobbe rispose all’Eterno e disse:
42:2 "Io riconosco che tu puoi tutto, e che nulla può impedirti d’eseguire un tuo disegno.
42:3 Chi è colui che senza intendimento offusca il tuo disegno?… Sì, ne ho parlato; ma non lo capivo; son cose per me troppo maravigliose ed io non le conosco.
42:4 Deh, ascoltami, io parlerò; io ti farò delle domande e tu insegnami!
42:5 Il mio orecchio avea sentito parlar di te ma ora l’occhio mio t’ha veduto.
42:6 Perciò mi ritratto, mi pento sulla polvere e sulla cenere".
42:7 Dopo che ebbe rivolto questi discorsi a Giobbe, l’Eterno disse a Elifaz di Teman: "L’ira mia è accesa contro te e contro i tuoi due amici, perché non avete parlato di me secondo la verità, come ha fatto il mio servo Giobbe.
42:8 Ora dunque prendetevi sette tori e sette montoni, venite a trovare il mio servo Giobbe e offriteli in olocausto per voi stessi. Il mio servo Giobbe pregherà per voi; ed io avrò riguardo a lui per non punir la vostra follia; poiché non avete parlato di me secondo la verità, come ha fatto il mio servo Giobbe".
42:9 Elifaz di Teman e Bildad di Suach e Tsofar di Naama se ne andarono e fecero come l’Eterno aveva loro ordinato; e l’Eterno ebbe riguardo a Giobbe.
42:10 E quando Giobbe ebbe pregato per i suoi amici, l’Eterno lo ristabilì nella condizione di prima e gli rese il doppio di tutto quello che già gli era appartenuto.
42:11 Tutti i suoi fratelli, tutte le sue sorelle e tutte le sue conoscenze di prima vennero a trovarlo, mangiarono con lui in casa sua, gli fecero le loro condoglianze e lo consolarono di tutti i mali che l’Eterno gli avea fatto cadere addosso; e ognuno d’essi gli dette un pezzo d’argento e un anello d’oro.
42:12 E l’Eterno benedì gli ultimi anni di Giobbe più de’ primi; ed ei s’ebbe quattordicimila pecore, seimila cammelli, mille paia di bovi e mille asine.
42:13 E s’ebbe pure sette figliuoli e tre figliuole;
42:14 e chiamò la prima, Colomba; la seconda, Cassia; la terza, Cornustibia.
42:15 E in tutto il paese non c’eran donne così belle come le figliuole di Giobbe; e il padre assegnò loro una eredità tra i loro fratelli.
42:16 Giobbe, dopo questo, visse centoquarant’anni, e vide i suoi figliuoli e i figliuoli dei suoi figliuoli, fino alla quarta generazione.
42:17 Poi Giobbe morì vecchio e sazio di giorni.